Tempo contro materiale.

Mentre proseguono le lezioni ad Osilo (ieri terzo appuntamento), che coinvolgono quest’anno ben 4 classi, di cui una prima elementare (il nuovo ciclo della maestra Pinuccia Bassu, grazie alla quale – 6 anni fa – tutto è cominciato) ed una prima media che riunisce tutti i ragazzi che seguo appunto dalla prima elementare. Ci si potrebbe chiedere come mai tra questi non ci siano i “dominatori” delle competizioni regionali: rispondo laconicamente che intanto non le hanno mai disputate, dimostrando scarso interesse per l’agonismo, e poi il mio lavoro con loro è stato prevalentemente scolastico e quindi non ho potuto seguirli troppo dal punto di vista “sportivo”.

Quest’anno però ho in parte cambiato approccio, oltre a proseguire il lavoro nella scuola ho chiesto uno spazio per poter seguire chi volesse approfondire la conoscenza tecnica del gioco degli scacchi. Siamo giunti al secondo appuntamento e sono certo che i risultati non tarderanno a vedersi.

Tempo contro Materiale: il Bianco fa tre mosse e il Nero una.

Ma lo spunto per questo post è stata la lezione improvvisata di ieri pomeriggio al Canopoleno, con la terza primaria di Rita Sabatino: ho proposto una partita in cui il Bianco ha solo Re e pedoni, mentre il Nero ha tutti i pezzi e i pedoni. Il Bianco però può fare tre mosse per ognuna che ne fa il Nero. Ho prima chiesto ai bambini quale “partito” scegliessero e in verità dopo tre votazioni ad alzata di mano (tanto erano indecisi) abbiamo dovuto procedere al conteggio esatto: io avrei giocato col Bianco e loro coi Neri. La partita è stata davvero divertente e ha dimostrato come il Tempo sia superiore al Materiale; ho però promesso che la prossima volta loro avranno le tre mosse ed io tutto il materiale.

 

Rinnovo del Consiglio Federale: il nuovo programma di Gianpietro Pagnoncelli.

Il prossimo 09 dicembre a Milano, presso l’hotel UNA Scandinavia in via Fauché 15, si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo della Federazione Scacchistica Italiana. Ad oggi l’unica candidatura a Presidente della FSI è quella di Gianpietro Pagnoncelli, che ha già presentato il programma e la squadra di consiglieri per il prossimo mandato.

Il Presidente Pagnoncelli con Caruana alla premiazione della Mitropa Cup di Olbia nel 2008.

Ne parlo perché questa volta sono direttamente interessato data la richiesta da parte di amici di vecchia data, come Marcello Perrone e Giuliano D’Eredità, di entrare a far parte della squadra di consiglieri che lavorano col presidente. Qualche mese fa è stato lo stesso Gianpietro Pagnoncelli a farmi l’onore di chiamarmi e anticiparmi il programma per il prossimo quadriennio e chiedermi ufficialmente un mio impegno in tal senso. Non ho avuto alcuna difficoltà ad accettare questi inviti, perché credo fortemente in un ulteriore sviluppo del movimento scacchistico italiano e soprattutto perché ho visto i notevoli successi portati avanti negli otto anni precedenti di presidenza di Pagnoncelli.

Sostanzialmente la “squadra” si presenta compatta con pochissime eccezioni: l’assenza di Mario Leoncini che è diventato il presidente del Comitato Regionale Toscano, e di Silvia Azzoni, sono state “rimpiazzate” dalla mia candidatura e da quella di Tosca Proietti di Bologna, che ho avuto il piacere di conoscere quest’estate a Ragusa durante il campionato nazionale under 16. Quindi questa compatezza garantirebbe una formazione già rodata e la presenza mia e di Tosca persino un nuovo slancio dettato dall’ottimismo e dalla volontà di proporre nuove idee soprattutto per la scuola e il settore giovanile, ma anche per il mondo degli istruttori e dei rapporti coi Comitati regionali.

Molte sono infatti le novità in cantiere per il prossimo quadriennio: recuperare un rapporto più proficuo con il MIUR dopo l’approvazione a larga maggioranza del Parlamento Europeo della dichiarazione scritta a favore dell’introduzione degli scacchi a scuola; l’entrata in vigore del sistema SNAQ per gli istruttori che sarà una svolta professionalizzante per quanti investono nelle formazione scacchistica; migliori criteri per l’organizzazione delle manifestazioni giovanili dopo le criticità verificatesi in qualche ultima edizione; partecipazione ad importanti eventi come l’Expò di Milano nel 2015 e la designazione di Torino come capitale europea dello sport, ma anche gli appuntamenti ormai classici della promozione del gioco (cito tra tutti Sport Days).

Insomma un programma molto ambizioso che stabilisce solo le direttrici in cui si muoverà questo nuovo Consiglio Federale, ma che si arricchirà di tutti i contributi e gli spunti provenienti dalle varie anime del movimento scacchistico italiano che prosegue un trend di crescita notevole rispetto al passato.

 

 

Il “materialismo” negli scacchi.

Oggi era una giornata dedicata interamente alla scuola primaria del mio quartiere, Santa Maria di Pisa: dopo 5 ore di lezione in via Cilea ho chiuso in bellezza con altre due ore all’oratorio Costia Russo. Mentre passeggiavo, come di consueto, durante le partite dei bambini ho notato per l’ennesima volta la curiosa abitudine di collocare i pezzi catturati sul bordo interno della scacchiera: è una cosa che mi ha sempre incuriosito e che inizialmente avevo sempre attribuito al poco spazio dei banchi scolastici. Col tempo però ho notato che anche alternando le scacchiere in modo da lasciare tra una coppia e l’altra un banco vuoto i pezzi venivano sempre messi in bella mostra al bordo della scacchiera, ed oggi credo di aver avuto l’intuizione per darne un’interpretazione psicologica.

Una scacchiera in seconda elementare.

A mio parere i bambini vogliono tenere sott’occhio (e sottomano) le prede catturate per farne in qualsiasi momento un puntuale conteggio, e questo sarebbe legato ad un esigenza venale e materialistica, ma anche ad una autogratificazione sulla propria “bravura” nell’aver catturato i relativi pezzi dell’avversario. Insomma una specie di “feticcio” che ricorda l’abitudine di alcune specie animali di ostentare le proprie prede (mal vezzo anche umano purtroppo). Ma anche una sana iniezione di fiducia e di autostima, che cresce in proporzione con l’ingrossarsi della fila del materiale catturato: è molto frequente che i bambini mi chiamino per comunicarmi i loro “guadagni” ed io spesso cerco di frenare questa loro smania con questa affermazione: “Gli unici pezzi che contano sono quelli rimasti sulla scacchiera: guarda, il tuo avversario ha ancora la possibilità di darti scacco matto!”.
Talvolta poi nascono contenziosi curiosi legati ai pedoni promossi a Regina e subito ricatturati: qualcuno pretende di conteggiare tale pedone come fosse una regina, e non di rado accade che l’avversario scelga la sottopromozione ad Alfiere per fare un “dispetto” al suo rivale. Oppure in caso di promozione su un’altra scacchiera se prendo in prestito una regina catturata da un altro banco si levano le proteste del giocatore che viene privato del suo trofeo dal suo “carniere”…

Naturalmente per fini didattici e pedagogici anche io assecondo spesso questa loro propensione ai calcoli, anche per mostrare la grande potenzialità di problem solving alle maestre. Proprio questo pomeriggio la quarta della maestra Rita ha voluto che spiegassi perchè il pedone valesse 1, il Cavallo e l’Alfiere 3, la Torre 5, la Donna 9 o 10 e il Re “non abbia prezzo”. Così ne è venuta fuori una lezione “maieutica” in cui li ho portati a ragionare sul significato di valore di scambio, di forza d’azione dei pezzi, e sul valore relativo del materiale.