Archivio di Aprile 2010

L’arbitro.

Ieri mattina mi è venuta un’idea che penso avrà degli sviluppi davvero interessanti: responsabilizzare di volta in volta alcuni bambini e fargli svolgere il ruolo di arbitro delle partite. Ho provato con le seconde classi di via Genova, dove i bambini sono molto composti, ho individuato un bambino che conosce bene le regole e che per carattere è molto pacato. Questa intuizione mi pare degna di nota, perchè non si pensa mai che già da bambini si possa avere una predisposizione a risolvere problemi non solo legati alla partita, ma anche al carattere dei giocatori… Come sempre approfitto del numero dispari per abbinare i bambini e dare il compito di arbitro al bambino prescelto.

Al termine delle partite ho regalato loro le carte scacchistiche e li ho invitati alle partite amichevoli che svolgeremo al parco di Monserrato.

Ottavo circolo “G. Galilei”, via Genova.

Ieri mattina, dopo la lezione alla seconda elementare di via Civitavecchia, ho fatto una lezione “tradizionale” di scacchi alla prima elementare di via Genova.

Ai bambini, giusto per ripassare le regole sul movimento dei pezzi, ho proposto delle posizioni in cui dovevano “scoprire” delle catture: il metodo è sempre lo stesso, chiedere in ordine di banco ad ogni bambino di trovare una possibile cattura… Al termine del giro di “ripasso” abbiamo dato le scacchiere per giocare, con la promessa che i 5 o 6 più diligenti sarebbero stati invitati – previo regalo della carta scacchistica – al parco di Monserrato per le partite amichevoli coi bambini delle altre scuole.

La loro consueta litigiosità si è già di molto ridotta e penso che nelle prossime settimane saranno sempre più disciplinati.

Multilateralità.

Ieri un presidente di un circolo scacchistico sardo, parlando con me,  lamentava una generalizzata difficoltà a seguire bambini sotto gli otto anni. Gli ho suggerito di variare il contenuto delle lezioni, non puntando solo sugli scacchi, ma su altri giochi logici, di memoria, di fantasia…

Il problema è che quando si fanno delle lezioni troppo tecniche e orientate alla competitività, si rischia che seguano solo i più bravini mentre la maggior parte abbandona i corsi.

Nelle mie lezioni, soprattutto scolastiche, cerco sempre di invogliare tutti con giochi che spesso sembrano esulare dall’insegnamento scacchistico, ma così non è: quando noi facciamo lavorare l’attenzione, la memoria, la logica, la creatività stiamo rafforzando globalmente la maturazione del bambino.

Stamattina, per esempio, ad Osilo con i bambini di terza elementare ho voluto lavorare con un gioco di memoria: ho proposto loro una decina di mosse di apertura con i relativi nomi (Grob, Bird, Reti, Larsen…) e loro dovevano cercare di memorizzarne il più possibile. Angelo è riuscito a ricordarne 11 su 12!

Per tutti loro alla fine – dopo le consuete partite – in regalo una carta coi proverbi, che stanno riscuotendo un successo enorme anche nella città di Cagliari, grazie all’adozione del Maestro Isacco Ibba.