Tattica.
Mercoledì scorso ho proseguito alla scuola media n° 11 di Li Punti le lezioni riguardanti gli elementi tattici. Dopo aver trattato la minaccia semplice e la doppia minaccia, abbiamo visto le varie “combinazioni” delle minacce secondo la mia personale accezione. Come già scrissi altre volte, secondo me la combinazione non è altro che il combinarsi di più elementi tattici in una unica posizione, mentre la letteratura scacchistica in genere presuppone sempre un sacrificio per la parte attiva.
Sia come sia, sacrificio o non sacrificio, lo studio della tattica è sempre consigliabile partendo dagli elementi semplici, per poi combinarli in modo sempre più complesso. Così col gruppo di Li Punti abbiamo visto mercoledì alcuni azioni tipiche: l’inchiodatura, l’infilata, lo sgombero e l’attacco di scoperta, il sovraccarico, l’adescamento e la deviazione, l’intereferenza e il blocco.
Tutti ai posti di combattimento.
Questo pomeriggio incontrerò i bambini della maestra Michela in via Forlanini, dove ero rimasto in “debito” di una filastrocca che, grazie al contributo dei bambini, era già pronta da venerdì 20 gennaio ma è slitatta ad oggi. La lezione era stata sullo sviluppo dei pezzi in apertura e le parole chiave individuate erano state “esperienza” e “combattimento“.
Come al solito ho potuto registrare una grande partecipazione sia nella ricerca delle rime, sia nella cura delle mosse per la partita collettiva sulla scacchiera murale. Al termine hanno potuto fare le partite tra loro, mentre alcuni hanno preferito continuare a cercare nuove rime.
Tutti ai posti di combattimento!
C’era una volta un gran schieramento
di Alfieri e Cavalli fermi alla partenza,
mentre il fronte opposto in un momento
era avanzato senza alcuna resistenza.
Fu così che l’esercito più lento
come assalito dalla sonnolenza
non riuscì più a far nessun movimento
e in campo si sentiva la sua assenza.
Ecco allora che uno scacchista attento
dopo aver fatto questa brutta esperienza
farà correre i suoi pezzi come il vento
ovunque servirà la lor presenza.
Tutti ai posti di combattimento
e di nessuno si dovrà far senza
perché ogni pezzo in gioco e contento
potrà fare infin la differenza!
Partite ridotte
Questa settimana è stata particolarmente positiva: sono iniziati due nuovi laboratori al Convitto del Canopoleno di Sassari, che per il terzo anno consecutivo dedica agli scacchi uno spazio fisso. Inoltre ho avuto favorevoli comunicazioni di inizio di nuovi laboratori a Sorso (una seconda ed una terza elementare), ad Ossi (una classe di scuola dell’infanzia), in via Forlanini (altre due classi oltre la terza che già seguo settimanalmente).
Sono ancora in attesa del bando ufficiale per poter riprendere anche le lezioni presso l’ottavo circolo che purtroppo quest’anno dovrò drasticamente ridimensionare rispetto agli anni scorsi; per fortuna sono corso ai ripari con l’appuntamento fisso all’oratorio di via Washington dove con l’aiuto di Samuele Carta seguiamo un bel gruppo di ragazzi.
Intanto questo mercoledì ho potuto proseguire con le lezioni presso la scuola primaria di Osilo, dove si respira un grande entusiasmo. Questa volta abbiamo rispolverato una vecchia prassi: quando due giocatori finiscono rapidamente una partita e non è possibile provvedere ad un nuovo abbinamento allora li impegno nel ripasso di qualche finale fondamentale (matto coi pezzi pesanti o con la Donna), oppure una partita ridotta con i soli pedoni.
Questo esercizio, molto più rapido di una partita normale, serve per fargli prendere confidenza sul modo migliore di avanzare i propri pedoni. La partita si può considerare finita quando il primo pedone giunge a promozione.