Articoli marcati con tag ‘Carte scacchistiche’

Multilateralità.

Ieri un presidente di un circolo scacchistico sardo, parlando con me,  lamentava una generalizzata difficoltà a seguire bambini sotto gli otto anni. Gli ho suggerito di variare il contenuto delle lezioni, non puntando solo sugli scacchi, ma su altri giochi logici, di memoria, di fantasia…

Il problema è che quando si fanno delle lezioni troppo tecniche e orientate alla competitività, si rischia che seguano solo i più bravini mentre la maggior parte abbandona i corsi.

Nelle mie lezioni, soprattutto scolastiche, cerco sempre di invogliare tutti con giochi che spesso sembrano esulare dall’insegnamento scacchistico, ma così non è: quando noi facciamo lavorare l’attenzione, la memoria, la logica, la creatività stiamo rafforzando globalmente la maturazione del bambino.

Stamattina, per esempio, ad Osilo con i bambini di terza elementare ho voluto lavorare con un gioco di memoria: ho proposto loro una decina di mosse di apertura con i relativi nomi (Grob, Bird, Reti, Larsen…) e loro dovevano cercare di memorizzarne il più possibile. Angelo è riuscito a ricordarne 11 su 12!

Per tutti loro alla fine – dopo le consuete partite – in regalo una carta coi proverbi, che stanno riscuotendo un successo enorme anche nella città di Cagliari, grazie all’adozione del Maestro Isacco Ibba.

Martedì, 09 febbraio

Questa settimana è iniziata con due nuovi progetti in una scuola primaria di Sassari, quella che ai miei tempi si chiamava scuola elementare… Entrambi i progetti riguardano due prime, quindi bambini di 6 anni. Ieri ho fatto la conoscenza della 1^ B ed oggi della 1^ A. Si tratta di una scuola in un quartiere “difficile”, ma ormai ho imparato che la difficoltà è endemica nelle classi di ogni ordine e grado.

Detto questo, fare la conoscenza è proprio l’espressione adatta quando si parla della prima lezione: è mia prassi che subito dopo essermi presentato come “maestro del gioco degli scacchi” chiedo ai bambini di presentarsi in ordine: inizio da un angolo sino a finire nell’angolo opposto. I bambini devono ogni volta ripetere i nomi dei compagni che li hanno preceduti (questa ripetizione mi dà modo di memorizzarli più facilmente) e nel frattempo io individuo un bambino o una bambina che non segue con lo sguardo la posizione dei compagni seduti: al termine gli chiedo di ripetere tutti i nomi nell’ordine senza guardarli in faccia.

Questo giochino che dura mediamente 5 minuti mi dà anche altre opportunità: non fare gaffes scambiando una bambina per un bambino o viceversa, cosa “imperdonabile” con bambini così piccoli; mi consente di scoprire subito le defaillances di alcuni, l’irruenza di altri, l’impazienza, la timidezza ecc. Tutto questo serve per stabilire subito un rapporto empatico con la classe e fare in modo che nessuno si autoescluda dal gioco. Leggi il resto di questo articolo »