La frutta preferita!

Il gioco dei frutti.

Oggi terzo appuntamento del progetto di psicomotricità alla scuola dell’infanzia di Ossi, coi bambini delle maestre Giuseppina Capitta, Margherita Nieddu e Antonella Sanna. Dopo le prime due lezioni svolte in classe oggi era in programma la prima “uscita” dalla classe per iniziare i giochi di movimento propedeutici all’esperienza nella scacchiera gigante.
Prima di cominciare però ho proposto ancora un gioco  (oggi c’erano due bambine che non erano presenti le volte scorse) sempre per consolidare i nomi dei bambini. La volta scorsa avevo proposto il gioco dei mestieri, questa volta invece ho voluto sperimentare una variante: chiedere ad ogni bambino – uno per volta – quale fosse la frutta che preferisse. Ogni tre bambini ne intervistavo uno per vedere la loro capacità di attenzione, di coinvolgimento e di memoria.
Ben presto ci siamo resi conto che i bambini erano bravissimi: alcuni di loro sono stati in grado di ricordare oltre una decina di relazioni in ordine sparso!

I quattro cantoni.

Come primi giochi di psicomotricità ho voluto proporre come di consueto alcuni vecchi giochi di strada: i quattro cantoni e il paradiso. I giochi servono per iniziare a delimitare lo spazio del gioco, cioé un quadrato che in questo caso era costituito dal pavimento delimitato da quattro cerchi colorati. Nel primo caso al mio battito di mani i bambini nei cerchi agli angoli (i cantoni) dovevano scambiarsi di posto, mentre un altro bambino posto al centro cercava di batterli sul tempo. Chi restava fuori dai cerchi veniva sostutuito da un altro bambino. Dopo un primo giro abbiamo fatto una variante, io avrei dato un falso segnale facendo finta di battere le mani: chi cascava nel falso segnale e metteva un piede fuori dal cerchio veniva sostituito da un altro bambino.
Quindi abbiamo chiesto a tutti i bambini di ritornare alle loro panchine, ho disposto un totale di 9 cerchi in tre file con la seguente consegna: dentro ogni cerchio si poteva restare con due piedi, poi ci si doveva spostare verso gli altri cerchi saltando su un piede solo, scegliendo il percorso che volevano. Anche in questo caso i bambini sono stati molto bravi e collaborativi, nonostante l’attesa del proprio turno.

La staffetta.

Come ultimo gioco ho proposto la staffetta: ancora una volta ho chiamato un bambino invitandolo ad occupare un angolo del quadrato immaginario, abbozzato solo da due linee rosse; poi un altro bambino veniva invitato su un altro angolo, con il compito – al mio segnale – di scattare di corsa e toccare la spalla dell’altro compagno, il quale a suo volta correva verso il successivo angolo; quindi veniva chiamato un terzo bambino e poi un quarto. A questo punto il primo bambino usciva di scena andando a toccare la spalla di un altro bambino rimasto seduto a guardare, che così riceveva il suo turno di gioco.
Su questo gioco i bambini hanno mostrato una certa stanchezza così li abbiamo riportati in classe, dove negli ultimi dieci minuti abbiamo avuto ancora la conferma della partecipazione alla lezione dei bambini chiedendo a diversi di loro di ripetere ancora una volta i frutti preferiti dei propri compagni: con grande sorpresa mia e della maestra, dato che non ci sono stati praticamente errori neppure dopo un’ora da quando avevano fatto il gioco.

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