Archivio di Marzo 2012

“Tutti promossi!”

Ho iniziato la scorsa settimana presso il 13° circolo di via Forlanini (dove facciamo laboratori di scacchi da circa 5 anni) due nuovi progetti di scacchi rivolti a due prime elementari, nell’ambito di una misura regionale.
I progetti hanno il titolo “TUTTI PROMOSSI!!” e sono finalizzati a garantire il conseguimento di livelli essenziali di apprendimento a tutti gli alunni, ed in particolare a coloro che vivono situazioni di disabilità, svantaggio o rischio di dispersione scolastica ed emarginazione sociale. Tale obiettivo sarà perseguito attraverso azioni quali il recupero e l’approfondimento organizzati per gruppi di livello e condotti con le metodologie e gli strumenti didattici e psico-pedagogici più innovativi. Saranno, proposte attività laboratoriali di scacchi, teatro, arteterapia e iniziative di scuola aperta alle famiglie unitamente a iniziative di formazione. Tutte le azioni proposte mirano al raggiungimento di una condizione diffusa di benessere scolastico.

Il mio contributo è naturalmente quello “ideografico”: utilizzo di immagini, carte scacchistiche e proverbi per far imparare più facilmente ai bambini le regole del gioco degli scacchi. Le prime lezioni sono state un vero successo: i bambini hanno “lavorato” e giocato con grande motivazione ed allegria e una prima ha anche incontrato – durante la ricreazione – una terza per delle partite amichevoli. Esattamente il valore aggiunto del gioco degli scacchi, già sperimentato ampiamente negli anni passati: non ci sono barriere di genere, di età, di ceto sociale, di etnia e pertanto i laboratori sono sempre un’occasione di integrazione.

Humor

Fui distolto dai miei amati scacchi dalla mia giovane moglie.
Da quel giorno la classifica dei peggiori subì un radicale mutamento.
Carlo Bolmida


"Autoritratto" Opera di Carlo Bolmida

 

IL MEDIOCRE QI DI COPERNICO E CERVANTES

Si loda molto sovente ( a torto ! ) l’elevato QI dei giocatori di scacchi come ” prova d’un intelligenza superiore “.   Lewis M.Terman, autore dei test Stanfort-Binet, ha il coraggio di proclamare : “Tutti i criminali non sono dei ritardati mentali, ma tutti i ritardati mentali sono potenzialmente dei criminali.”

Egli fu il creatore, de “Il coefficiente mentale migliorato“, stilato in collaborazione del suo compare H.H.Godard,costui per buon mercato, coniò il sostantivo francese “moron”, ispirandosi alla radice greca della parola, significante stupido.

Nel 1923 studiò gli emigranti ( a partire dagli Italiani per finire ai Russi ) rinchiusi ad Ellis Island. Ed annunciò che l’ 80% di essi erano dei minorati mentali.   (molti Russi, già allora, giocavano a scacchi.)

Il Maestro di questa bella coppia di energumeni fu, ahimè, il veronese Cesare Lombroso (scienziato di antropologia criminale,  a cui Torino ha intitolato un’importante via, e su un testo del quale , talmente devo essere vecchio, preparai a Medicina il mio esame..)

Egli pretendeva dimostrare che i criminali “presentano le caratteristiche ataviche dei selvaggi e dei gorilla.”

L’iniziatore di queste odiose scempiaggini fu John L.H.Down, che, nel 1866, scrisse la sua celebre opera “Osservazioni su una classificazione etica degli idioti “.

Terman mise a profitto la sua invenzione per analizzare l’intelligenza di uomini illustri attraverso le loro biografie.
Non avendo, per un pelo, sottomano biografie di Morphy e di Fischer, Copernico e Cervantes precipitarono nella palude degli uomini di limitate facoltà mentali, come fossero stati dei mediocri… manipolatori di coefficienti Elo.

Se questi illustri scienziati giunsero con sistemi approssimativi a formulare teorie aberranti, con l’aiuto del retorico paradosso o con l’aiuto dell’ evolutissima scienza quantistica (che il paradosso giunge a sfiorare…) altri, fortunatamente, hanno dimostrato verità assai confortanti, che inducono a sperare che, se si perde una donna, o ti hanno tristemente matato il re… in verità, nessun timore, ne possediamo altri!

L’enigma del gatto dell’appassionato scacchista e scienziato Schrödinger non è più un paradosso!

Ma quello di Zenone, pur trovando rifugio poetico nei sogni di Borges (altro appassionato scacchista ), lo è, anche se ancora sfida il tempo, ergendosi a prova scientificamente irrefutabile.

Chi oserebbe confutare che Achille (“dai piedi leggeri”) sia incapace di raggiungere, correndo, una tartaruga?

Nel 1936, Schrödinger immaginò un gatto rinchiuso in una cassetta con una provetta piena di cianuro, un elemento radioattivo e un contatore Geiger.

L’atomo radioattivo avrebbe una possibilità su due di disintegrarsi, inducendo una reazione, misurata dal contatore, sufficiente per spezzare la provetta… e provocare la morte del gatto (o del re o di un pezzo…)

Schrödinger, aggrappandosi al principio dell’indeterminazione, credette provare che prima di aprire la cassetta non si può sapere se il gatto è morto.

Dei fisici quantistici affermano invece che nella cassetta vi sono due gatti: uno vivente ed uno morto.

Le due realtà che sembrano alternative non si elidono mutuamente.

Wheeler (un altro amatore di scacchi, giocò diverse partite con l’amico Alechine.) suggerisce che l’Universo deve la sua esistenza al fatto di essere osservato da degli esseri intelligenti.

” Essere o non essere “, dice Amleto, senza immaginare ” essere e non essere “.   E senza potersi osservare “in tutti gli specchi del mondo”, come il giocatore di scacchi di Borges, e non vedersi riflesso da alcuno di essi.

Dopo Einstein e Planck temo si debba essere assai cauti nel giudicare dove , al fine, ci condurrà questa benedetta tecnologia…

Sarebbe sorprendente se la verità somigliasse molto a quella che ci affascina in Star Trek!

 Carlo Giuseppe Bolmida

Scacchi al Canopoleno: alla ricerca del “matto”

Continuano con grande successo le lezioni presso il Convitto nazionale del Canopoleno di Sassari, dove anche quest’anno sono stati attivati due laboratori per un totale di circa 40 partecipanti! Le lezioni si svolgono in “Aula scacchi”: uno spazio apposito riservato esclusivamente agli scacchi, con ideali tavoli quadrati e comodissime sedie con schienale anatomico. E che il Canopoleno creda molto nella validità di questi laboratori lo dimostra il fatto che anche i maestri e gli educatori siano molto favorevoli a “quest’angolo dedicato” all’attività  scacchistica.

Prima di iniziare i laboratori avevo avuto tre incontri “promozionali” con la seconda classe della maestra Rita Sabatino: i bambini avevano seguito lo scorso anno un laboratorio tenuto dall’istruttore Giacomo Deiana e mi accorsi subito che mostravano un potenziale enorme! Quest’anno ho voluto occuparmi personalmente di questi bambini, perché almeno una decina di loro possono vantare qualità scacchistiche assolutamente sopra la media.

Il Bianco muove e matta in tre mosse.

Il motivo però di questo post è un giochino che da qualche mese sto proponendo in alcune scuole (Osilo, Sorso), che è quello di inventarsi i nomi dei matti, con la promessa che poi diventeranno delle carte scacchistiche. Questa semplice “suggestione” è sufficiente a fargli mettere un grande impegno nella ricerca dei nomi, ma anche di chiedermi (quando trovano un matto) se esiste già un matto simile… Allora gli do’ un’occhiata e se non ricalca qualche meccanismo che abbiamo già “battezzato”, allora gli consento di inventarsi un nome.

Mercoledì una bambina di sette anni mi ha chiamato per mostrarmi il suo matto: quando ho visto la posizione sono rimasto abbastanza sorpreso e le ho detto che potevamo chiamare quel matto col suo nome, Giulia! La sua felicità è salita alle stelle, per tutto il resto della lezione non stava più nella pelle e ha confessato di essere “Troppo emozionata!” all’idea che il suo matto sarebbe diventato una nuova carta. Credo che sia lo stesso genere di sensazione che provano i professionisti quando gli è data la possibilità di trovare sulla scacchiera una Novità assoluta…

 

Il matto di Giulia.