Sopra una conchiglia…..e una scacchiera…..
Riporto una bellissima reinterpretazione in chiave scacchistica di Carlo Giuseppe Bolmida, di una poesia di Giacomo Zanella che potrete trovare – a fronte del testo rivisitato – sul sito Partecipiamo.
E’ chiuso il quaderno
de’ “matti” famosi;
con tristo costerno
negletta riposi,
riposi tu inutile,
di pezzi un dì fiera,
mia lignea scacchiera.
Occulta nel fondo
d’oscuro armadione,
per te, allor biondo,
non ebbi attenzione,
vagavo coi futili,
con femmine a schiera,
ed eri chimera.
Per quanta vicenda
di lente stagioni
riempisser l’agenda
di mille occasioni,
da te io, volubile,
e senza rimorso,
non ebbi soccorso.
Ancor sembra ieri;
sul Pado pur ora
assai volentieri
stringevo una mora;
ragazze cantavano,
e il remo tendea
verso il Cerea. (*)
E’ fresca la polve
che il tempo perduto
da crapule involve.
Già sono canuto,
e appena l’ostetrica
posommi pian piano
sopra il divano!
Tu, prima che desta,
divina scacchiera,
colpissi mia testa
sul far della sera,
ne avevi da secoli,
già prima plagiati
co’ pezzi pregiati!
Riflesso negli occhi
il piano e il quadretto,
già Re ed arrocchi
mi tengono stretto,
trattati ora scoprono
pelaghi ignoti
i tratti ostrogoti.
Nell’imo, i finali,
ignoti e sepolti;
aprendo, di draghi
mi parlano, stolti;
gran libri mi insegnano
varianti matrigne
di botte più arcigne.
Son baldo di speme,
pur ultimo giunto,
mi dedico al seme
di un mondo irraggiunto
malgrado la fiaccola:
insegna al maldestro
un Grande Maestro!
Soltanto più scacchi!
studiar senza freni
malgrado di smacchi
il cielo baleni.
Per mosse recondite
ardente mi spando:
m’informo, domando.
M’avanzo, m’avanzo,
novello guerriero,
m’esercito a pranzo,
esploro il mistero.
Tristissime lagrime
ancora rinserra
di scacchi la guerra!
Ma è troppo segreta
pe’ miei settant’anni
la nobile meta
di studi ed affanni!
Randelli marmorei,
picchiando, fan male,
sull’erta fatale!
Alfine disceso
su smanie ormai dome,
un Angelo atteso
chiamommi per nome:
Carletto, riprenditi!
Tralascia, pollastro,
non sei che un disastro!
Compiute le sorti,
son giunto al tracollo
in nero angiporto
m’occulto, controllo:
in Internet son libero!
Mi fo un pisolino..
Ho il “mostro” vicino.