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Tattica e Strategia…

Ancora una volta lo spunto per questo post mi è dato dal corso che tutti i mercoledì tengo presso la ex-questura occupata: gli ultimi argomenti sono stati appunto la tattica e la strategia che ora ripropongo sotto metafora…

La tattica, negli scacchi, rappresenta l’attimo, l’occasione da cogliere al volo. Una determinata posizione, che rende possibile un tatticismo o una combinazione legata al tempo (qui e ora) potrebbe sfumare completamente nel solo svolgersi di una mossa…

Questa modalità esiste anche nel quotidiano ed è tipica degli artisti, degli “istintivi”, dei romantici: non a caso anche il periodo d’oro della combinazione scacchistica è appunto definito “romantico”. Il carpe diem non è quindi solo un’esigenza edonistica, ma spesso è anche la necessità che aguzza l’ingegno, è il vivere alla giornata, un’idea estetica, un’anarchia politica…

Questo non significa che la tattica costituisca un ruolo secondario nella partita, perchè, come  disse Teichmann, “Gli scacchi sono al 99% tattica”. E’ l’espressione del genio che vuole cogliere dal suo ambiente circostante i tratti emergenti per la costruzione del suo pensiero: un po’ “materialisticamente” utilizza il reale per la costruzione dell’ideale…

Allora cosa è la strategia? Proseguendo nel parallelo se la tattica è il momento la strategia è il tempo esteso. Se la tattica è ispirazione la strategia è pianificazione, preparazione delle circostanze migliori; non lasciare niente al Caso; costruzione di una struttura efficiente, di una rete per meglio gestire la realtà, e quindi l’idea che modifica la realtà stessa nel suo svolgersi. Come disse il grande Tartakower: “La tattica è sapere come fare quando c’è qualcosa da fare, mentre la strategia è sapere cosa fare quando non c’è nulla da fare!”

Se la tattica è lo spontaneismo,  si pensi ai movimenti pacifisti e di lotta politica in reazione alle scelte globali anti-democratiche, alla fine le scelte di questi movimenti si riconducono sempre a seguire l’agenda politica dettata dai vertici mondiali: G8, G20 e simili…

Per questo rappresenta una grande novità politica la rete dei movimenti che da Seattle in poi sta affinando la propria strategia di contrapposizione con l’organizzazione di veri e propri contro-vertici.

La stessa esigenza è ora sentita, nel proprio piccolo, dal movimento dal basso che si sta creando a Sassari presso la ex-questura occupata, dove unitamente ad un grande potenziale tattico (di arte, di musica, di cultura e di politica) si sta programmando una nuova stagione strategica, con una rete di associazioni e di singoli cittadini che condividono un’idea di sviluppo culturale, sociale ed economico più lungimirante, per offrire alle nuove generazioni un mondo se possibile migliore di quello che hanno trovato.

Ajedrez – di Jorge Luis Borges

Gli scacchi.  (1)

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Al tavolo pazienti i giocatori

spingono lenti i pezzi. Bianco e Nero

avvinti li terranno in quel severo

ambito ove si odiano i due colori.

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Là dentro irradian magici rigori

le fugure: Torre d’Omero, leggero

Cavallo, armata Regina, Re altero,

obliquo Alfiere e pedoni incursori.

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E quando i giocatori se ne andranno

quando tutto il tempo passeranno

certamente non sarà cessato il rito

che in Oriente accese questa guerra

che ora infiamma tutta la Terra:

come  l’altro, questo gioco è infinito…

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“Mosse condizionate”

Gli scacchi (2)

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Pacato Re, sbieco Alfiere, agognata

Donna, diritta Torre, pedone latino,

sopra il Bianco e Nero del cammino

cercano e trovano una battaglia armata.

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Non sanno che la mano fatata

del giocator governa il lor destino.

Non sanno che un rigore adamantino

regola l’alba e l’intera giornata.

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Il giocatore è prigioniero pure

(come disse Kayyam) d’altra scacchiera

di chiari giorni e scure notti.

Dio muove il giocator, lui le figure…

C’è un Dio dietro quel Dio, che impera

su polvere e Tempo e sogni rotti?

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(trad. di Sebastiano Paulesu)

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Aforisma del giorno!

Sono giunto alla conclusione che non tutti gli artisti sono scacchisti, ma che tutti gli scacchisti sono artisti. – Marcel Duchamp