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FSI: terzo mandato per Gianpietro Pagnoncelli!

Il Presidente Gianpietro Pagnoncelli, al terzo mandato!
Si sono svolte ieri a Milano le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo della Federazione Scacchistica Italiana, e si sono concluse – come era largamente prevedibile – con una riconferma del Presidente uscente Gianpietro Pagnoncelli e di gran parte della sua lista di riferimento, che conferma i consiglieri uscenti Marcello Perrone, Gaetano Quaranta, Luigi Troso, Giuliano D’Eredità, Edoardo Bonazzi (in quota società); Fabrizio Ranieri e Marco Sbarra (in quota giocatori) e Giovanni Trifoglio come Presidente dei revisori dei conti. Le novità del prossimo consiglio sono quelle del sottoscritto in quota istruttori, e delle new entries Tosca Proietti e Sergio Pagano (in quota società) che ha superato l’ex consigliere Emilio Bellatalla. L’amico Giuseppe Sgrò non ha ricevuto voti sufficienti, ma sono sicuro che potrà ancora dare il suo prezioso contributo per la Commissione medico-scientifica.
Elezione in quota istruttori: la prima volta della Sardegna!
La mia elezione, per quanto in linea con la candidatura del presidente Pagnoncelli, non era affatto scontata: primo per la caratura dei miei avversari Walter Ravagnati (al quale va il merito di aver presentato all’assemblea un validissimo programma) e Angelo Spada (assente per la forte nevicata in Abruzzo). Per quanto mi riguarda è una delle più grandi soddisfazioni della mia vita, per il quale devo essere grato a così tante persone che non finirei mai di elencare, ma in questo post voglio rendere grazie per tutti gli attestati di stima che ho ricevuto praticamente da tutte le regioni d’Italia. Devo ringraziare uno per uno tutti gli amici istruttori che hanno creduto in me: Alessandro Dominici, Maria Teresa Arnetta, Lexi Ortega, Pierluigi Passerotti, Giulio Calavalle, Franco Loi, Paolo Silvestri, Riccardo Merendino, ma anche i tantissimi che mi hanno sostenuto moralmente e persino quelli che hanno votato per Ravagnati ma che mi hanno dimostrato una grande simpatia umana.
Molto probabilmente devo ringraziare anche tutti coloro che “dietro le quinte” si sono mobilitati per la mia elezione con un’opera di pubblicità presso i vari Comitati Regionali.
Personalmente ho affrontato questa sfida con la massima tranquillità che mi deriva dal fatto di avere in anticipo ricevuto la grande considerazione della Federazione Scacchistica Italiana che solo nel 2009 mi aveva prescelto per presentare la mia innovativa metodologia al convegno di Torino: “Gli scacchi: un gioco per crescere”; e che nel 2010 mi premiò come Miglior istruttore dell’anno per le Isole e il Sud. Questa grande attenzione verso il mio appassionato lavoro ha fatto sì che non avessi alcuna remora nell’accettare la sfida di un grande competitor come Walter Ravagnati, e mi ha dato la serenità di restare aperto a qualsiasi risultato. La mia soddisfazione aumenta quando penso di aver raggiunto un record anche nell’essere il primo Sardo che potrà contribuire alla guida della Federazione Scacchistica Italiana: e questo lo considero – senza alcuna retorica – anche un riconoscimento della grande attività giovanile che si sta sviluppando nella mia terra grazie al proficuo lavoro fatto dal Comitato Regionale da quindici anni a questa parte.
Spero di essere all’altezza della situazione, di essere il destinatario di tutte le istanze che gli istruttori italiani vorrano comunicarmi e di prendere al volo tutte le opportunità che i tempi ci stanno presentando: una rivendicazione del ruolo degli scacchi nella Scuola dopo la recente dichiarazione scritta del Parlamento Europeo; la nuova armonizzazione europea dei sistemi di qualifiche delle Associazioni sportive (il cosiddetto SNaQ); la nuova popolarità che i bei risultati di Fabiano Caruana stanno imponendo ai media; le nuove piattaforme tecnologiche (ultima FSI Arena, per la quale ha relazionato i primi 5 giorni di attività lo sponsor tecnico Claudio Selleri de “Le due Torri” di Bologna, dove si potranno acquisire rating on-line, ma anche nuovi spazi per la didattica per singoli e circoli).
Le benemerenze della FSI.
La giornata di ieri è stata per me particolarmente emozionante anche per altri motivi, primo tra tutti l’onorificenza del titolo di maestro a due miei grandi amici: Carlo Alberto Cavazzoni e Alessandro Pompa! Ad entrambi mi lega non solo un’amicizia ma anche un’ammirazione continua per il loro lavoro nella pedagogia e nella didattica. Altra bella soddisfazione per il caro Bruno Manzardo premiato come socio benemerito della Federazione grazie al suo apporto costante di idee e di collaborazione direttiva, insieme a Giuseppe Lamonica, Antonio Rosino e Giovanni Longo (anche lui Maestro ad honorem!)
La gestione dei conflitti.

Illustrazione di Francis Manfredi
Il gioco degli scacchi, tra le altre cose, può essere anche un grande strumento per accompagnare i bambini (ma anche gli adulti) ad una migliore gestione dei conflitti. Spesso accade infatti che la loro naturale litigiosità venga innescata da futili motivi, per i quali comunque c’è solitamente una norma di regolamento. Le liti più comuni sono infatti la scelta del colore (ed esiste innanzi tutto il sorteggio e poi l’alternanza); le mosse irregolari (ed il regolamento ne consente solo 3); la cattiva abitudine di toccare i pezzi o di ritirare le mosse già eseguite (e anche qui vale la regola “Pezzo toccato, pezzo mosso; pezzo lasciato pezzo giocato”, che io ho sintetizzato nel mio proverbio: “Pensare, toccare e giocare: e non si può ritirare”). Altre volte i bambini si lamentano che l’avversario disturba, oppure – una volta in vantaggio – prende in giro.
Nonostante le regole ed il buon senso che l’istruttore può mettere in atto in questi casi spesso la conflittualità rimane come una nuvola sopra i due compagni di gioco e non è raro il caso in cui uno dei due – offeso – preferisca abbandonare le partita per non avere a che fare con l’altro. Ecco, ritengo che questi momenti siano molto più importanti di qualsiasi lezione teorica sulle aperture (solo per fare un esempio): in questi momenti non stiamo solo guidando i giovani verso il corretto contegno sportivo, ma anche verso una loro più genuina condotta sociale.
L’accettazione delle regole non deve essere vista da nessuno come una scomoda necessità, ma come la convenienza di entrambi (non a caso la convenzione e la consuetudine sono le prime fonti del diritto). Ma ciò che mi preme sottolineare in questo post è l’opportunità che il gioco degli scacchi nel contesto scolastico dia l’occasione agli educatori (insegnanti e istruttori) di guidare i bambini verso una loro crescita emotiva e mediare tra i loro scambi interpersonali suggerendo una pragmatica consapevolezza di risoluzione delle liti. Gli scacchi hanno già intrinsecamente un’autoregolazione, perché mossa dopo mossa i giocatori devono necessariamente prendere in considerazione il volere dell’altro e spesso scendere a compromessi o accettare delle concessioni. L’obiettività e la perizia di un giocatore sono le doti psicologiche più adatte per qualsiasi giocatore, ecco perché ritengo che queste piccole “beghe” siano ancora più importanti da risolvere di piccole combinazioni di scacco matto.
I proverbi dei bambini.

Il disegno è di Raffaele
La mia abitudine di utilizzare delle rime per far memorizzare ai bambini i principi generali della strategia scacchistica (o anche del movimento dei pezzi, o del contegno sportivo) è talmente coinvolgente che , come ho detto spesso, sono gli stessi bambini a ricercarne di altri. Ormai praticamente ovunque i bambini mi comunicano le loro invenzioni ed io rimango estasiato sia per la loro fantasia, sia per la loro abilità. Naturalmente nelle loro rime spesso manca l’elemento didattico (cioé la “morale della favola”) per cui spesso io li riprendo per creare nuovi proverbi.
Quelli che presento di seguito sono degli esempi tratti da rime dei bambini e rimaneggiati da me per renderli più didascalici:
La Regina è proprio pazza
al primo scacco si oppone e si ammazza;
il Re rimasto solitario
finrà in pasto all’avversario.
(Ilaria O.)
Se il Re è sotto inchiodatura
se ne sta dietro le mura;
ma se è davanti è un’infilata
e la figura dietro è spacciata.
(Ilaria O.)
Il Cavallo sfinito fa uno sbaglio
e invece di un nitrito lancia un raglio.
(Eleonora)
Il pedone con le gambe e con le braccia
ogni pezzo nemico lo caccia.
(Antonio)
I pedoni fanno una catena
e qualcuno si rompe la schiena.
(Andrea)
Quando il Re è sotto shock
non può far neanche “l’arrock”…
(Alessandro)