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La partecipazione delle donne negli scacchi.

Ho tradotto dal web un articolo a firma di NotoriusLTP relativo ad una ricerca sulla differenza nelle capacità di uomini e donne nel giocare a scacchi. Cliccando sul titolo seguente potrete vedere l’articolo in Inglese.

La partecipazione spiega le differenze di genere nella proporzione dei Grandi Maestri di Scacchi.

 

Abbiamo avuto e abbiamo una discussione in corso su questo blog sul fatto che la disparità tra uomini e donne nelle scienze sia il risultato di una differenza innata nella capacità cognitive o il risultato di alcuni fenomeni sociali come la partecipazione selettiva o la discriminazione sociale. Sfortunatamente una delle complessità di questo dibattito è che non c’è davvero alcun criterio oggettivo per quanto buono possa essere uno scientifico. Potete guardare l’importanza delle pubblicazioni e l’impatto delle riviste, ma confrontare questi numeri tra i vari i campi è molto difficile. Mancano misure oggettive.

Sarebbe interessante osservare un analogo sistema per la scienza – cosa che richiederebbe molte abilità spaziali e matematiche – ma con misure oggettive. Anche questo sistema dovrebbe avere qualche disparità tra maschio e femmina. Guardando a questo sistema potremmo essere in grado di capire meglio perché ci sono meno donne e applicare queste conoscenze alla scienza come a qualsiasi altra occupazione.

Con questo in mente, Chabris e Glickman, nella pubblicazione sull’ultimo numero della rivista Psychological Science, hanno fatto un enorme studio retrospettivo utilizzando i dati dei 13 anni di partite dei giocatori di scacchi della Federazione degli Stati Uniti.

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Matto del Gambero

Nella seguente posizione, che ho “battezzato” come matto del gambero, il Bianco muove e dà matto in tre mosse. Si tratta di un matto del celebre Peter Romanovky autore di una pietra miliare della letteratura scacchistica: “Il centro partita”.

 

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Problem solving e scacchi.

Il gioco degli scacchi è particolarmente indicato per il problem solving scolastico. Grazie alla possibilità praticamente ad ogni mossa di risolvere il problema di quale sia la migliore mossa da eseguire. Questa difficoltà è in stretta connessione con la capacità di prendere una decisione, ma anche con la possibilità di attingere al cosiddetto “pensiero laterale” perchè spesso esistono più possibilità plausibili e pertanto bisogna operare una scelta.

Per questo è molto importante lasciare grande libertà di espressione ai bambini quando si chiede loro di rispondere ad un nostro quesito: questo ci da modo di capire i processi di pensiero di ognuno per intervenire sul loro miglioramento scacchistico. Molto importante, quando si lavora con un’intera classe di scuola, è determinare in maniera trasparente qual’è il tempo a loro disposizione per rispondere (es. 10 o 20 secondi…), sia per evitare impasse o tempi morti, sia per introdurre anche una pressione che aumenti la difficoltà decisionale.

Il punto interrogativo negli scacchi è il simbolo dell’errore, ma nella didattica l’errore è fondamentale e su esso si costruiscono intere lezioni: in fondo qualsiasi percorso di miglioramento passa sul superamento di determinati errori e ad ogni livello ci sono i rispettivi errori da superare.