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I fumetti e gli scacchi.
Come sapranno i miei lettori io sono convinto che il linguaggio dei fumetti sia universale per catturare l’attenzione. Proprio in questi mesi il mio amico Francis Manfredi sta mettendo a punto un progetto eccezionale di illustrazione a tema scacchistico su cui non posso svelare nessun particolare. Però voglio parlare dell’esperienza di un bravo istruttore di Villasor, Mariano Abis, che ho conosciuto meglio lo scorso anno quando ha frequentato uno dei miei corsi di formazione per istruttori.
Durante il corso lo vedevo molto attento a prendere “appunti” salvo poi scoprire che gli appunti erano disegni, caricature, traiettorie dei pezzi degli scacchi… Allora ho approfondito con lui la metodologia ideografica, cioé associare immagini e parole alle mosse degli scacchi, creare favole, filastrocche, rime per affascinare i bambini. Gli dissi che con la sua abilità nel disegno avrebbe potuto facilmente seguire questa strada! Lui ha sorriso e mi ha confessato che era sempre stata una sua idea.
Nei giorni scorsi mi ha inviato via mail molto materiale interessante, tra cui le illustrazioni per i “suoi” pezzi degli scacchi: Gegé il Re, Gina la Regina, Melchiorre la Torre, Piero “l’Alfiero”, il Cavallo corallo e Giorgione il “piedone”. Questo approccio ricorda i personaggi di Carmelita Di Mauro, oppure quelli “antropomorfi” di Alessandro Pompa, ma è chiaro che lo scopo è quello di far identificare, nell’immaginazione dei bambini, i pezzi degli scacchi con personaggi veri e propri o addirittura con se stessi.
Trovo questo metodo estremamente adatto per far entusiasmare i bambini: l’ho scoperto con le carte scacchistiche illustrate, che sono state da subito un successo ben superiore a quelle con i diagrammi scacchistici; ne ho avuto conferma con le partite di scacchi viventi, dovo ho visto all’opera la fantasia dei bambini nel creare personaggi e situazioni.
Le illustrazioni di Mariano Abis sono le seguenti: si consiglia di cliccare sulle immagini per vederle ingrandite.
Scacchi e abilità linguistiche.
Gli scacchi sono ormai riconosciuti a livello mondiale come una grande risorsa didattica per migliorare le abilità logico-matematiche, ma sempre più si stanno prendendo in considerazione i notevoli benefici anche nelle varie intelligenze dell’individuo: come quelle spaziali, quelle interpersonali e intrapersonali (secondo la felice espressione di Howard Gardner), quelle emotive, creative e linguistiche.
Sulla relazione tra intelligenza emotiva e scacchi voglio segnalare un bellissimo abstract della Dott.ssa Eleonora Di Terlizzi, mentre sulle abilità linguistiche consiglio di dare un’occhiata al recente articolo apparso su Iplayoo, che considera la maggiore abilità dei bilingui nel giocare a scacchi (ed io aggiungerei, viceversa), e di sfuggita ricordo le numerose ricerche che affermano che si possa rallentare l’invecchiamento cerebrale giocando a scacchi o imparando una nuova lingua.
Ieri pomeriggio ho incontrato i bambini della 2^ A di via Forlanini ed oggi incontrerò quelli della 2^ B (delle maestre Renata Conti, Emanuela De Giovanni e Stefania Arru), dopo la bellissima esperienza dello scorso anno scolastico coronata con un torneo finale nel quale avevo chiesto ai bambini della terza di fare da arbitri in ogni scacchiera.
Ieri ho voluto fare un ripasso, come spesso mi capita, mettendo dei pezzi disordinatamente sulla scacchiera murale e chiedendo ad un bambino per volta di descrivere una possibile azione. Ognuno di loro isola una possibile cattura e deve esprimersi meglio che può per farla capire a tutti; naturalmente questo è propedeutico anche per spiegare successivamente la differenza tra la notazione descrittiva completa e quella sintetica delle coordinate. In questo esercizio io faccio notare loro come sia molto semplice e preciso anziché dilungarsi in descrizioni vaghe (quel pezzo là in basso può catturare quello lì in alto) utilizzare il sistema delle coordinate (l’Alfiere che è in d4 può catturare il Cavallo in a7). Ma la cosa più bella di questo metodo è che , mentre si ripassano i movimenti dei pezzi e ci si rende conto di quante informazioni i bambini si ricordano, la loro attenzione viene orientata verso una gerarchia di processi utile scacchisticamente (accade spesso che i bambini notino la cattura di un Cavallo prima di quella di una Donna, o un Re sotto scacco dopo numerose altre osservazioni…)
Comunque sono rimasto sorpreso della grande partecipazione dei bambini: lo scorso anno, quando erano in prima, abbiamo lavorato molto soprattutto su attenzione e memoria e quest’anno la maggior parte di loro era in grado di contestualizzare i miei proverbi scacchistici. Ecco questa è propriamente la mia riprova empirica che gli scacchi siano utilissimi non solo sulle capacità logico-matematiche ma anche (tra tutte le altre cose) linguistiche!
Il matto di Cesare.
Questo pomeriggio nuovo appuntamento con i bambini della terza primaria del Canopoleno, della maestra Rita Sabatino, dove ho chiesto ai bambini che erano presenti al torneo semilampo di Saccargia (ben 5 ed altri due hanno dato forfait solo all’ultimo momento!) quali erano le loro impressioni. Tutti erano molto contenti sia per l’esperienza che per la premiazione ed io ho la conferma che sia possibile un approccio graduale all’agonismo che tenga conto della loro età.
Ho fatto una lezione semplice sugli scacchi matti rapidi, il matto del “distratto” (nome che da qualche anno attribuisco al tristemente noto “Matto dell’imbecille”), matto dello “spioncino”, matto del barbiere e del “parrucchiere”.
Al termine della lezione teorica ho distribuito le scacchiere per le partite pratiche: come sempre c’è la coda per le richieste di abbinamento (i bambini vogliono spessissimo giocare coi soliti avversari, ma in genere non li assecondo se non per validi motivi: come incentivare bambini poco entusiasti). Come sempre cerco di abbinarli in base al loro livello di gioco o alle loro caratteristiche comportamentali.
Grazie a queste strategie ho già ottenuto il successo di aver completamente integrato i 5 nuovi allievi e soprattutto la bambina che trovava gli scacchi “di una noia mortale!”. Questo pomeriggio i bambini sono stati piuttosto vivaci e rumorosi, e – come ho già fatto anche a Latte dolce – non li ho premiati con le carte scacchistiche; in compenso ho visto una certa fantasia, come la tridimensionalità messa in atto da Gabriele sulla scacchiera murale (poggiata sulla cattedra, per carenza di scacchiere), o il matto ispirato dalla lezione odierna da parte di Cesare: 1.e4-f6, 2. Ac4-a6, 3.Dh5+ – g6, 4.Ae2!?- gxh5?? 5.Axh5# (matto a cui do il nome di spioncino, ma che ho promesso a Cesare che lo avrei ribatezzato col suo nome!)







