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Osilo
Continuano le lezioni presso l’istituto comprensivo di Osilo: per il quarto anno consecutivo nella classe della maestra Pinuccia Bassu proseguo un laboratorio di scacchi scolastici che rappresentano un momento ludico molto atteso dai bambini.
L’appuntamento è purtroppo a cadenza bisettimanale, a causa dell’esigua disponibilità economica della scuola, quindi rappresenta per me un vero e proprio investimento: ma per quanto mi riguarda è un investimento che mi ha dato ottimi frutti, perchè proprio ad Osilo ho iniziato a pensare al potenziale della psicomotricità su scacchiera gigante, alla possibilità di abbinare gli scacchi alla scrittura, alla possibilità di utilizzare gli scacchi come “game tournament” anche per le materie scolastiche. Sempre ad Osilo sono nate alcune intuizioni per i miei proverbi e filastrocche scacchistiche, alcune novità didattiche del mio metodo ideografico.
Così pare che ci sia da parte di diverse insegnanti della scuola l’intenzione di richiedere al collegio docenti l’istituzione per il prossimo anno di un vero laboratorio extra-curricolare rivolto a tutta la scuola, magari cooptando l’amministrazione comunale con la quale spero di stabilire al più presto un contatto.
Tempo
Meglio sedersi sulle proprie dita
che incappare in qualche brutta svista
e rovinare una bella partita
che poteva diventare una conquista;
e quando la battaglia è ormai finita
non è gran prova da scacchista
dopo l’error farsi pure l’elogio
d’aver del tempo, ancor, sull’orologio…
Cloe
Proseguendo la rivisitazione in chiave scacchistica de “Le città invisibili” di Italo Calvino, la batteria di Donna e Alfiere sarà denominata Cloe: ecco uno stralcio
” […] Passa una ragazza che fa girare un parasole appoggiato alla spalla, e anche un poco il tondo delle anche. Passa una signora nerovestita che dimostra tutti i suoi anni, con gli occhi inquieti sotto il velo e le labbra tremanti. Passa un gigante tatuato; un uomo giovane coi capelli bianchi; una nana; due gemele vestite di corallo. Qualcosa corre tra loro, uno scambiarsi di sguardi come linee che collegano una figura all’altra e disegnano frecce, stelle, triangoli finché tutte le combinazioni in un attimo sono esaurite, e altri personaggi entrano in scena: un cieco con un ghepardo alla catena, una cortigiana col ventaglio a piume di struzzo, un efebo, una donna-cannone. […]”
Questa volta però nei quadri di matto ho voluto aggiungere una difficoltà: in tutte le posizioni il Bianco muove e conclude col matto in due mosse. Inoltre una precisazione: è chiaro che le combinazioni di matto proposte per ogni batteria sono molto più numerose, quelle indicate sono solo a titolo d’esempio… Sto pensando ad una monografia da pubblicare su ogni batteria, ma immagino che sarà un lavoro “titanico”!