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Partita simmetrica
Spesso capita che qualche bambino mi chiami indispettito perchè a suo dire l’avversario si comporta in modo scorretto, copiandogli tutte le mosse! Naturalmente è un momento importante per fare capire ad entrambi che copiare le mosse non è conveniente, perchè ci sarà un momento in cui non sarà più possibile farlo: per esempio in seguito ad uno scacco o nel caso limite allo scacco matto. La partita che presento, molto divertente, è solo un esempio (ce ne sono tanti!) per far ragionare gli allievi su questo aspetto.
[pgn
[Event “Osyky “]
[Site “Osyky”]
[Date “1900.??.??”]
[Round “?”]
[White “Traxler, Karel”]
[Black “Samanek, J.”]
[Result “1-0”]
[ECO “C49”]
[PlyCount “31”]
[EventDate “1900.??.??”]
[EventType “tourn”]
[EventRounds “8”]
[EventCountry “CZE”]
[Source “ChessBase”]
[SourceDate “1998.11.10”]
1. e4 e5 2. Nf3 Nf6 3. Nc3 Nc6 4. Bb5 Bb4 5. O-O O-O 6. d3 d6 7. Bxc6 Bxc3 8.
Bxb7 Bxb2 9. Bxa8 Bxa1 10. Bg5 Bg4 11. Qxa1 Qxa8 12. Bxf6 Bxf3 13. Bxe5 Bxe4
14. Bxg7 Bxg2 15. Bxf8 Bxf1 16. Qg7# 1-0
[/pgn]
Chi copia le mosse non è una cima
prende scacco matto una mossa prima!
Distratti? No, diversamente attratti…
Le nuove generazioni, nonostante la crisi che stiamo vivendo, godono di un’attenzione da parte dei loro genitori che probabilmente non ha precedenti nella storia. Non dico che sia un male né un bene. A volte “l’agenda” di questi bambini è talmente nutrita che essi non hanno il minimo spazio per i loro giochi: quando non sono a scuola hanno una notevole offerta per impegnare il loro tempo libero, per lo più con attività concordate (nella migliore ipotesi) coi loro genitori. Il problema di questa super-attività può essere che l’ego dei bambini può formarsi con la convinzione di essere il centro dell’universo. Per lo più i genitori, che appartengono invece alla mia generazione o sono più giovani, hanno vissuto un’infanzia con molta più libertà di giocare per strada e di trascorrere le giornate come volevano.
Ma veniamo all’argomento del post odierno: il contegno dei bambini a scuola. In ogni classe riuscire a tenere un ordine accettabile è sempre un’impresa. Ci sono gli “iperattivi” (quelli che ai nostri tempi erano chiamati “vivaci” e non erano certo curati con farmaci), che vogliono essere sempre al centro della scena e per contro ci sono i “distratti” (anche questi incolpevoli titolari di una sindrome psichiatrica ADD: attention deficit disorder): entrambe le categorie sono ricomprese nella sindrome ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder).
In entrambi i casi, a mio parere, il principale disordine che origina il loro comportamento è nella loro educazione, spesso troppo lassista e, cosa ancora più triste, molte volte priva di qualsiasi strategia formativa. Non voglio però fare un pistolotto moralista, oltrettutto non ho figli miei, perchè l’educazione è molto delicata: si sbaglia sia quando si fa poco, sia quando si fa troppo.
Nel caso dell’attenzione però parto da un pressuppposto semplice: la nostra mente è sempre in attività, persino quando dormiamo, quindi quando si dice che qualcuno è distratto non si comprende che è semplicemente attratto da qualche altro stimolo, che può provenire dall’ambiente esterno o da dinamiche psichiche interne. Spesso questo momento non è compreso né a scuola, quando l’insegnante deve “macinare” argomenti per adeguarsi ai programmi ministeriali, né a casa quando i bambini vengono affidati alla “grande tata” Televisione. Il processo creativo individuale di ogni bambino non è colto dai loro educatori, perchè altrimenti sarebbe uno spunto eccezionale per formare il senso critico e persino la loro coscienza sociale.
La passività dei bambini che è alla base delle scelte degli adulti si manifesta poi in vari modi, molti dei quali diventano un “problema” che la classe dei pediatri, degli psicologi, degli psichiatri sapranno incasellare in una ben definita sindrome, da curare ovviamente col relativo farmaco.
Scacchi in via Washington.
Questo giovedì riprenderò le lezioni di scacchi presso l’oratorio di via Washington, che lo scorso anno scolastico è stato seguitissimo da un gruppo di circa 20 bambini. Quest’anno, in assenza di garanzie di una continuità dei progetti scolastici presso l’ottavo circolo didattico, temo che sarà l’unico appuntamento per i bambini delle relative scuole, che da circa dieci anni mi vedono impegnato tutte le settimane anche in orario curriculare.
Purtroppo la crisi che investe il mondo della scuola sta portando ad un ulteriore avvitamento della gestione delle attività complementari e progettuali, così ho dovuto prendere accordi con altre scuole e l’appuntamento del giovedì sarà l’unico che potrò dedicare in questo quartiere.