Scacchi all’oratorio.

Nel corso degli anni, per conto dell’Associazione Scacchi Torres o per mia iniziativa personale, mi è capitato spesso di fare corsi di scacchi presso gli oratori di Sassari: Latte dolce, Mater Ecclesiae, San Giuseppe…
Lo scorso anno per dare sbocco ai progetti scolastici svoltisi presso due scuole di Latte dolce, proprio vicino a casa mia, ho inaugurato un appuntamento settimanale gratuito per il quartiere. Il successo di partecipazione mi aveva convinto a riproporre la stessa formula, chiedendo un piccolo contributo ai genitori, anche in altri oratori. Così è nato l’appuntamento del giovedì in via Washington, che ha dato continuità al lavoro svolto negli ultimi dieci anni presso l’ottavo circolo “Galileo Galilei”: oltre una ventina di bambini si incontrano per una lezione teorica, ma soprattutto per poter giocare liberamente.

Due settimane fa è iniziato anche un nuovo progetto presso l’oratorio di San Paolo, dove venerdì il gruppo contava già 18 partecipanti: soprattutto è numeroso il “sottogruppo” degli under 8 (sono oltre una decina!). Questo appuntamento era richiestissimo dai miei allievi delle scuole di via Genova e via Forlanini.

Il vantaggio di questi appuntamenti, rispetto ai progetti scolastici, è proprio la possibilità di fare incontrare tra loro bambini di diverse età, facendogli subito comprendere la relatività delle capacità scacchistiche: è assai frequente che bambini di seconda elementare possano batterne altri di quinta! Ma a mio parere la cosa più importante è la formazione di un pensiero obiettivo e critico, proprio grazie al confronto e all’aiuto dei bambini più grandi che fanno da ponte al pensiero dei più piccoli verso quello degli adulti (i due istruttori).

Il successo di questa formula mi viene continuamente confermato dai genitori, soprattutto quelli di figli unici, perchè i loro figli acquisiscono di volta in volta maggior considerazione del pensiero altrui sviluppando insieme ad una maggiore confidenza anche un maggior rispetto delle “mosse” dei loro compagni!

“Tutti promossi!”

Ho iniziato la scorsa settimana presso il 13° circolo di via Forlanini (dove facciamo laboratori di scacchi da circa 5 anni) due nuovi progetti di scacchi rivolti a due prime elementari, nell’ambito di una misura regionale.
I progetti hanno il titolo “TUTTI PROMOSSI!!” e sono finalizzati a garantire il conseguimento di livelli essenziali di apprendimento a tutti gli alunni, ed in particolare a coloro che vivono situazioni di disabilità, svantaggio o rischio di dispersione scolastica ed emarginazione sociale. Tale obiettivo sarà perseguito attraverso azioni quali il recupero e l’approfondimento organizzati per gruppi di livello e condotti con le metodologie e gli strumenti didattici e psico-pedagogici più innovativi. Saranno, proposte attività laboratoriali di scacchi, teatro, arteterapia e iniziative di scuola aperta alle famiglie unitamente a iniziative di formazione. Tutte le azioni proposte mirano al raggiungimento di una condizione diffusa di benessere scolastico.

Il mio contributo è naturalmente quello “ideografico”: utilizzo di immagini, carte scacchistiche e proverbi per far imparare più facilmente ai bambini le regole del gioco degli scacchi. Le prime lezioni sono state un vero successo: i bambini hanno “lavorato” e giocato con grande motivazione ed allegria e una prima ha anche incontrato – durante la ricreazione – una terza per delle partite amichevoli. Esattamente il valore aggiunto del gioco degli scacchi, già sperimentato ampiamente negli anni passati: non ci sono barriere di genere, di età, di ceto sociale, di etnia e pertanto i laboratori sono sempre un’occasione di integrazione.

Humor

Fui distolto dai miei amati scacchi dalla mia giovane moglie.
Da quel giorno la classifica dei peggiori subì un radicale mutamento.
Carlo Bolmida


"Autoritratto" Opera di Carlo Bolmida

 

IL MEDIOCRE QI DI COPERNICO E CERVANTES

Si loda molto sovente ( a torto ! ) l’elevato QI dei giocatori di scacchi come ” prova d’un intelligenza superiore “.   Lewis M.Terman, autore dei test Stanfort-Binet, ha il coraggio di proclamare : “Tutti i criminali non sono dei ritardati mentali, ma tutti i ritardati mentali sono potenzialmente dei criminali.”

Egli fu il creatore, de “Il coefficiente mentale migliorato“, stilato in collaborazione del suo compare H.H.Godard,costui per buon mercato, coniò il sostantivo francese “moron”, ispirandosi alla radice greca della parola, significante stupido.

Nel 1923 studiò gli emigranti ( a partire dagli Italiani per finire ai Russi ) rinchiusi ad Ellis Island. Ed annunciò che l’ 80% di essi erano dei minorati mentali.   (molti Russi, già allora, giocavano a scacchi.)

Il Maestro di questa bella coppia di energumeni fu, ahimè, il veronese Cesare Lombroso (scienziato di antropologia criminale,  a cui Torino ha intitolato un’importante via, e su un testo del quale , talmente devo essere vecchio, preparai a Medicina il mio esame..)

Egli pretendeva dimostrare che i criminali “presentano le caratteristiche ataviche dei selvaggi e dei gorilla.”

L’iniziatore di queste odiose scempiaggini fu John L.H.Down, che, nel 1866, scrisse la sua celebre opera “Osservazioni su una classificazione etica degli idioti “.

Terman mise a profitto la sua invenzione per analizzare l’intelligenza di uomini illustri attraverso le loro biografie.
Non avendo, per un pelo, sottomano biografie di Morphy e di Fischer, Copernico e Cervantes precipitarono nella palude degli uomini di limitate facoltà mentali, come fossero stati dei mediocri… manipolatori di coefficienti Elo.

Se questi illustri scienziati giunsero con sistemi approssimativi a formulare teorie aberranti, con l’aiuto del retorico paradosso o con l’aiuto dell’ evolutissima scienza quantistica (che il paradosso giunge a sfiorare…) altri, fortunatamente, hanno dimostrato verità assai confortanti, che inducono a sperare che, se si perde una donna, o ti hanno tristemente matato il re… in verità, nessun timore, ne possediamo altri!

L’enigma del gatto dell’appassionato scacchista e scienziato Schrödinger non è più un paradosso!

Ma quello di Zenone, pur trovando rifugio poetico nei sogni di Borges (altro appassionato scacchista ), lo è, anche se ancora sfida il tempo, ergendosi a prova scientificamente irrefutabile.

Chi oserebbe confutare che Achille (“dai piedi leggeri”) sia incapace di raggiungere, correndo, una tartaruga?

Nel 1936, Schrödinger immaginò un gatto rinchiuso in una cassetta con una provetta piena di cianuro, un elemento radioattivo e un contatore Geiger.

L’atomo radioattivo avrebbe una possibilità su due di disintegrarsi, inducendo una reazione, misurata dal contatore, sufficiente per spezzare la provetta… e provocare la morte del gatto (o del re o di un pezzo…)

Schrödinger, aggrappandosi al principio dell’indeterminazione, credette provare che prima di aprire la cassetta non si può sapere se il gatto è morto.

Dei fisici quantistici affermano invece che nella cassetta vi sono due gatti: uno vivente ed uno morto.

Le due realtà che sembrano alternative non si elidono mutuamente.

Wheeler (un altro amatore di scacchi, giocò diverse partite con l’amico Alechine.) suggerisce che l’Universo deve la sua esistenza al fatto di essere osservato da degli esseri intelligenti.

” Essere o non essere “, dice Amleto, senza immaginare ” essere e non essere “.   E senza potersi osservare “in tutti gli specchi del mondo”, come il giocatore di scacchi di Borges, e non vedersi riflesso da alcuno di essi.

Dopo Einstein e Planck temo si debba essere assai cauti nel giudicare dove , al fine, ci condurrà questa benedetta tecnologia…

Sarebbe sorprendente se la verità somigliasse molto a quella che ci affascina in Star Trek!

 Carlo Giuseppe Bolmida