Scacchi e logica.

Un pavimento a scacchiera in un'aula di Osilo (SS)

Mercoledì scorso ad Osilo ho fatto la terza lezione per le classi 3^ e 4^, mentre per la 5^ non si contano più dato che li seguo da quando erano in prima elementare. Così per memorizzare ancora i loro nomi ho proposto il cosiddetto gioco della luna, un gioco di logica dove devono indovinare una chiave per dire parole valide per “salire sulla luna”. Questa volta la chiave era trovare parole di un certo numero di lettere (ho fatto 5 lettere per la terza, e 6 lettere per la quarta che ha avuto molta più difficoltà a scoprire la chiave.)

Il gioco mi serve soprattutto come espediente per imparare i loro nomi a memoria, poichè ogni settimana me li ritrovo scambiati di posto e non essendo un buon fisionomista devo sempre associarli al posto dove sono seduti. Comunque, per fortuna, dopo 4 o 5 lezioni i loro nomi si imprimono finalmente nel mio “archivio” che conta ormai migliaia di bambini!

La lezione in terza è consistita in un breve ripasso sul movimento e la cattura dei pezzi con una breve partita collettiva svolta sulla scacchiera murale. Cosi pure in quarta, dove si sta creando un notevole entusiasmo per “l’ora di scacchi”. Durante le partite amichevoli ai bambini liberi ho proposto di fare il conteggio del materiale catturato, con le consuete sorprese. Infatti contare i pezzi, che dovrebbe essere una semplice operazione aritmetica, mostra sempre la difficoltà di passare da una conoscenza teorica ad una pratica e manipolativa: spesso “inganno” i bambini spostando di posto un pezzo di una somma già calcolata (invertendo per esempio un cavallo con una torre) e molti di loro eseguono la somma ricontando da capo e arrivando, incredibilmente!!, allo stesso risultato. Per ottenere un silenzio accettabile sto adottando il sistema premiale delle carte scacchistiche, che funziona sempre.

In quinta invece abbiamo affrontato diversi principi generali, servendoci sempre dei proverbi come mnemotecnica per ricordarli più facilmente.

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