Psicomotricità: la “mappa” e il territorio.

Riepilogo, per gli assenti.

Stamattina ho incontrato i bambini della scuola dell’infanzia di via Manzoni per il secondo appuntamento di psicomotricità su scacchiera gigante. Poiché oggi c’erano due bambini che la scorsa volta erano assenti abbiamo ancora iniziato col gioco dei nomi, con la variante di ricordarli a memoria (giusto con qualche indizio vocale…) dal primo all’ultimo e dall’ultimo al primo. Al terzo tentativo, Carla, ha completato il giro, ripetendo a memoria circa una ventina di nomi. Dopo questo “giochino” (utile anche a me per ricordare i loro nomi) siamo passati subito a giocare con la scacchiera ideografica: ho fatto un rapido riassunto sul movimento del Re visto la volta scorsa (con i passi rappresentati dalle icone delle impronte) e quindi ho introdotto il movimento della Torre, con la promessa che ognuno di loro lo avrebbe eseguito col proprio corpo riportandolo sulla scacchiera semigigante.

La mappa e il territorio.

Per prima cosa ho preso dalla mia borsa la scacchiera in tessuto e l’ho stesa sul pavimento esattamente al centro dove erano seduti i bambini. Poi ho preso una Torre in plastica e l’ho consegnata ad un bambino (tutti hanno poi ripetuto il gioco) chiedendogli di camminare sulla scacchiera cercando di rimanere sempre nella stessa fila. In pratica il movimento reale della Torre. Qualche bambino si è mosso lungo le orizzontali e la maggior parte lungo le verticali.

Dopo questa “passeggiata” ho avvertito i bambini che il gioco si faceva più difficile. Ho preso la scacchiera ideografica e l’ho stesa sul pavimento proprio vicino alla scacchiera in tessuto, dicendogli che avremmo fatto una specie di caccia al tesoro. Io posizionavo un pezzo sulla scacchiera ideografica e chiedevo loro di posizionare un pezzo semi-gigante sulla scacchiera in tessuto. Dopo i primi tentativi sono emerse le prime strategie: Emanuele ha individuato la distanza corrispondente tra due pezzi posizionati sulla ideografica correggendo la posizione nella scacchiera grande. Io ho sottolineato l’intuizione spaziale di Emanuele mettendo in entrambe le scacchiere le impronte dei piedi corrispondenti. Poi via via si è presa coscienza delle corrispondenze dei colori, infine degli angoli e dei bordi delle scacchiere.

Ogni volta si faceva notare come la posizione sulla “mappa” (la scacchiera piccola) doveva corrispondere con quella del territorio (la scacchiera grande). L’esperimento è particolarmente riuscito per la capacità di verbalizzazione dell’esperienza: ogni volta che un bambino eseguiva con successo oltre alla gratificazione immediata (complimenti e “batti un cinque!”), chiedevamo che “trucco” aveva utilizzato per indovinare, con grande stima di tutti i compagni!

Dal territorio alla “mappa”.

Infine per concludere abbiamo fatto l’inverso: abbiamo riportato le modifiche apportate alla scacchiera grande sulla scacchiera piccola (rimessa in verticale sopra un banco). La grande bravura dei bambini mi ha persino spinto a far fare loro la conoscenza con le prime catture (in questo caso i Cavalli, che finora hanno avuto solo un ruolo di segnaposto, sono stati catturati dalla Torre o dal Re). Come secondo appuntamento è proprio il caso di dire che hanno fatto “passi da giganti”!

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