Canopoleno: la regola del quadrato.

Mercoledì scorso per la lezione teorica al Convitto del  Canopoleno, dove seguivo il gruppo formato prevalentemente dalla seconda primaria della maestra Rita Sabatino, avevo preparato un argomento un po’ più tecnico del solito: la regola del quadrato.
Per prima cosa ho posizionato un pedone bianco in a3, un Re bianco in b1 ed uno nero in g8; quindi ho chiesto alla classe secondo loro quale era il risultato più probabile: una vittoria del Bianco o un pareggio; la risposta  – senza neppure chiedermi a chi spettasse la mossa – è stata pressoché unanime a favore del Bianco. Così – subdolamente – ho lanciato la sfida: “Fatemi vedere!”

Dopo 3 o 4 tentativi falliti gli ho spiegato la regola del quadrato. Per prima cosa ho detto loro di tracciare dal pedone una linea in diagonale sino a raggiungere l’ottava traversa; quindi tracciare una linea in verticale ed una in orizzontale sino a raggiungere la colonna e la traversa in corrispondenza del pedone e infine chiudere il quadrato (in questo caso con vertici nelle case A3, F3, A8 e F8). La regola dice che se il Re difendente, con la sua mossa, entra nel quadrato, ma basta anche il suo perimetro, allora è in grado di raggiungere il pedone avversario lanciato a promozione; se invece anche muovendo non riesce ad entrare nel quadrato allora il pedone correrà indisturbato a promozione. Per i miei amici istruttori che volessero ripetere quest’unità didattica consiglio anche la mia filastrocca (con illustrazione di Francis Manfredi) sull’argomento.

Dopo la spiegazione ho chiesto ad ognuno di loro di esprimersi sulla regola del quadrato di una quindicina di situazioni analoghe, suggerendo sempre di dare un’occhiata alla diagonale del quadrato per avere un più facile colpo d’occhio. Quindi ho lasciato che giocassero, anche questa volta con l’orologio.

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