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Despina
La batteria che voglio presentare oggi è la più conosciuta da tutti gli scacchisti, quella di Donna e Torre, con cui sono possibili i matti fondamentali di pezzi pesanti. Ho voluto intitolare questa batteria alla città invisibile di Italo Calvino “Despina”, da cui cito questo brano: “In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi dal mare. Il cammelliere che vede spuntare all’orizzonte dell’altipiano i pinnacoli dei grattacieli, le antenne radar, sbattere le maniche a vento bianche e rosse, buttare fumo i fumaioli, pensa a una nave, sa che è una città ma la pensa come un bastimento che lo porti via dal deserto, un veliero che stia per salpare, col vento che già gonfia le vele non ancora slegate, o un vapore con la caldaia che vibra nella carena di ferro, e pensa a tutti i porti, alle merci d’oltremare che le gru scaricano sui moli, alle osterie dove equipaggi di diversa bandiera si rompono bottiglie sulla testa, alle finestre illuminate a pian terreno, ognuna con una donna che si pettina.”
Nell’immagine qui sotto, come sempre, propongo alcuni tipici quadri di matto in una mossa (nelle mie carte vengono nominati come matto dei passeggiatori, delle sentinelle, del tram, del cameriere ecc.). L’illustrazione centrale della batteria (per ingrandire basta cliccare) è di Fabio Lanza , che mi ha annunciato una grande novità che farà la gioia di tutti gli appassionati di scacchi che sempre più numerosi seguono il mio blog!
Il Re nudo.
Questa è la storia d’un Re deposto:
di tanti privilegi s’è spogliato,
stressato dagli scacchi a cui era esposto,
ha tolto la corona ed ha abdicato.
Un nuovo Re è salito al suo posto
che le regali insegne ha rilevato
e per festeggiamenti ha già disposto
musiche, balli e gare a perdifiato!
Del vecchio Re nessuno si ricorda
ché ha portato il suo regno alla disfatta
così adesso eccolo giù di corda…
Or s’accontenterebbe d’una patta
e par che la coscienza gli rimorda
ché del comando ha una voglia “matta”.
Ex-Q, la battaglia continua…
Presto riprenderò i miei corsi di scacchi gratuiti alla cittadinanza per conto dell’Associazione culturale Ex-Q, in via Angioy n° 1 a Sassari, presso la ex questura occupata un anno fa e rivitalizzata con innumerevoli iniziative artistiche, culturali, politiche, sociali e spettacolari.
Nel frattempo, oltre all’ufficializzazione dell’Associazione con l’iscrizione all’Agenzia delle Entrate, il deposito dello statuto e il contratto per l’utenza ENEL, anche molti settori delle amministrazioni comunali e provinciali hanno potuto apprezzare il grande senso di responsabilità che ha caratterizzato questa occupazione, che i più disinformati continuano a immaginare come il tentativo di quattro sbandati di creare un centro sociale per andare a sballarsi.
Frutto di questo immaginario è anche l’ultimo attacco agli occupanti, partendo dal pretesto di una forte provocazione artistica installata nei muri dell’ingresso ad opera del gruppo Urban Lab: si tratta dell’antropomorfizzazione di una multinazionale che con impudenza sversa prodotti petroliferi direttamente in mare; il mare è quello di Porto Torres vittima di un disastro ambientale taciuto dai media e per il quale gli artisti della ex-Q si sono subito mobilitati nell’operazione denominata Black Fish, iniziata con la costruzione di un’imponente balena “spiaggiata“, costruita coi sacchi di materiale inquinante che le squadre della E-ON (responsabile dello sversamento in mare) hanno in fretta e furia ammassato nelle spiagge nei giorni seguenti all’incidente.
Ora il fatto che nell’opera di Stefano Campus ci fosse ad emblematizzare questo stupro della natura un vero pene umano, ha fatto gridare allo scandalo qualcuno che anziché guardare la luna si sofferma sul dito. Per settimane si sono fatti attacchi gratuiti agli occupanti accusati di imbrattare i muri con la loro “pseudo-arte”; poi si sono minacciate querele, richieste di dissociazioni da affermazioni fatte da ignoti su Facebook, e infine organizzati banchi di raccolta firme in merito all’occupazione della ex questura.
Ma come gli scacchisti sanno le minacce non sono sufficienti a decidere una partita, così la battaglia continua per restituire alla città una nuova coscienza a partire dal ripensamento degli spazi pubblici, dove i cittadini potranno essere attori protagonisti e non semplici pedoni mossi dall’alto!
Voglio concludere esprimendo tutta la mia solidarietà personale a Stefano Campus, presentando alcuni suoi splendidi studi a tema scacchistico, il cui fascino metafisico sarà apprezzato anche da tutti gli appassionati del mondo!










