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Ottavo circolo didattico “Galileo Galilei”
Stamattina ho avuto la notizia che partiranno tra brevissimo anche i laboratori presso l’ottavo circolo didattico “Galileo Galilei”, scuola a cui sono molto legato perché da circa dieci anni faccio progetti di scacchi ai bambini, e perché diverse volte li ho accompagnati ai campionati scolastici provinciali, regionali e nazionali.
Domani avrò un incontro con la referente del progetto, maestra Vera Ballore, con la quale abbiamo collaborato appunto da dieci anni fa, per coordinare le modalità di questi nuovi laboratori. Intanto questa mattina ho potuto vedere nel cortile del plesso di via Civitavecchia la scacchiera in costruzione nel cortile interno, che quest’estate proposi alla maestra Domenica Mura e che ora sta finalmente vedendo la luce!
Spero che possa essere la base per giochi di psicomotricità, come quelli già realizzati in via Genova e in via Washington, dove la scacchiera è pavimentata addirittura all’interno della scuola. Devo dire che nel mio piccolo mi riempie di gioia vedere che le scacchiere crescono nella città di Sassari!
“Tutti promossi!”
Ho iniziato la scorsa settimana presso il 13° circolo di via Forlanini (dove facciamo laboratori di scacchi da circa 5 anni) due nuovi progetti di scacchi rivolti a due prime elementari, nell’ambito di una misura regionale.
I progetti hanno il titolo “TUTTI PROMOSSI!!” e sono finalizzati a garantire il conseguimento di livelli essenziali di apprendimento a tutti gli alunni, ed in particolare a coloro che vivono situazioni di disabilità, svantaggio o rischio di dispersione scolastica ed emarginazione sociale. Tale obiettivo sarà perseguito attraverso azioni quali il recupero e l’approfondimento organizzati per gruppi di livello e condotti con le metodologie e gli strumenti didattici e psico-pedagogici più innovativi. Saranno, proposte attività laboratoriali di scacchi, teatro, arteterapia e iniziative di scuola aperta alle famiglie unitamente a iniziative di formazione. Tutte le azioni proposte mirano al raggiungimento di una condizione diffusa di benessere scolastico.
Il mio contributo è naturalmente quello “ideografico”: utilizzo di immagini, carte scacchistiche e proverbi per far imparare più facilmente ai bambini le regole del gioco degli scacchi. Le prime lezioni sono state un vero successo: i bambini hanno “lavorato” e giocato con grande motivazione ed allegria e una prima ha anche incontrato – durante la ricreazione – una terza per delle partite amichevoli. Esattamente il valore aggiunto del gioco degli scacchi, già sperimentato ampiamente negli anni passati: non ci sono barriere di genere, di età, di ceto sociale, di etnia e pertanto i laboratori sono sempre un’occasione di integrazione.
Scacchi al Canopoleno: alla ricerca del “matto”
Continuano con grande successo le lezioni presso il Convitto nazionale del Canopoleno di Sassari, dove anche quest’anno sono stati attivati due laboratori per un totale di circa 40 partecipanti! Le lezioni si svolgono in “Aula scacchi”: uno spazio apposito riservato esclusivamente agli scacchi, con ideali tavoli quadrati e comodissime sedie con schienale anatomico. E che il Canopoleno creda molto nella validità di questi laboratori lo dimostra il fatto che anche i maestri e gli educatori siano molto favorevoli a “quest’angolo dedicato” all’attività scacchistica.
Prima di iniziare i laboratori avevo avuto tre incontri “promozionali” con la seconda classe della maestra Rita Sabatino: i bambini avevano seguito lo scorso anno un laboratorio tenuto dall’istruttore Giacomo Deiana e mi accorsi subito che mostravano un potenziale enorme! Quest’anno ho voluto occuparmi personalmente di questi bambini, perché almeno una decina di loro possono vantare qualità scacchistiche assolutamente sopra la media.
Il motivo però di questo post è un giochino che da qualche mese sto proponendo in alcune scuole (Osilo, Sorso), che è quello di inventarsi i nomi dei matti, con la promessa che poi diventeranno delle carte scacchistiche. Questa semplice “suggestione” è sufficiente a fargli mettere un grande impegno nella ricerca dei nomi, ma anche di chiedermi (quando trovano un matto) se esiste già un matto simile… Allora gli do’ un’occhiata e se non ricalca qualche meccanismo che abbiamo già “battezzato”, allora gli consento di inventarsi un nome.
Mercoledì una bambina di sette anni mi ha chiamato per mostrarmi il suo matto: quando ho visto la posizione sono rimasto abbastanza sorpreso e le ho detto che potevamo chiamare quel matto col suo nome, Giulia! La sua felicità è salita alle stelle, per tutto il resto della lezione non stava più nella pelle e ha confessato di essere “Troppo emozionata!” all’idea che il suo matto sarebbe diventato una nuova carta. Credo che sia lo stesso genere di sensazione che provano i professionisti quando gli è data la possibilità di trovare sulla scacchiera una Novità assoluta…