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Il Cavallo senza testa…
Questo pomeriggio alla scuola primaria del 13° circolo didattico di via Forlanini abbiamo messo in pratica gli esperimenti di invenzione di nuovi proverbi: il primo, ispirato da un errore nel movimento del Cavallo da parte di una nuova iscritta alla terza, è stato “Il Cavallo senza testa, fa sentir la sua protesta” ideato da un altro nuovo acquisto: Alessandro, che si è mostrato molto prolifico. Tutti i bambini hanno poi contruibuito a cercare un altro proverbio sull’Alfiere e dopo varie versioni Ilaria ha trovato il seguente: “L’Alfiere giocoliere tenta il matto del barbiere.”
La cosa più eccezionale, ma non mi sorprende più di tanto, è la grande partecipazione anche di alcuni bambini che non sono particolarmente portati per gli scacchi.
Il Cavallo senza testa.
C’era una volta un Cavallo senza testa
ch’era il terrore di tutte le scacchiere;
contro di lui si levò una protesta
perchè mancava di buone maniere.
Così lo cacciarono nella foresta
dove incontrò l’Alfiere giocoliere
che stava ritornando da una festa.
“Che ti è successo mio buon Cavaliere?”
“Son senza testa, questo è ciò che resta”
disse il Cavallo, con gran dispiacere.
L’Alfiere prese un capo da una cesta
“Vediamo se va bene, fatti vedere!”
Il Cavallo non fece altra richiesta
e corse subito dal suo parrucchiere.
La morale allora è proprio questa
ogni Cavallo un testa deve avere!
Scacchiera ideografica.
Martedì scorso sono riprese le lezioni di scacchi presso la scuola primaria di via Washington, dove ero impegnato con la terza e la quarta B; ieri invece secondo appuntamento per la scuola primaria di Osilo, dove con l’ausilio della scacchiera ideografica i nuovi allievi stanno imparando molto rapidamente.
Come già ho potuto documentare spesso, il vantaggio delle immagini sulla tradizionale scacchiera murale (anche senza l’opzione della scrittura con pennarelli) è un notevole passo avanti per la didattica, perchè i concetti sono memorizzati più facilmente.
La possibilità di utilizzare delle orme, per evidenziare la strada percorsa o percorribile dai pezzi stabilisce nelle menti degli allievi un rinforzo visivo, una “traccia mnestica” ben definita; i fuochi, come indicatori di pericolo (si possono usare anche muri, oppure bombe); gli smiles o anche altre figure per enfatizzare alcuni momenti critici sulla scacchiera.
Inoltre la possibilità che siano i bambini stessi a manipolare le figure per sistemarle sulla scacchiera, che generalmente è appoggiata su un banco e sorretta dalla lavagna della classe, aggiungono un ulteriore lavoro per così dire “procedurale” che contribuisce alla formazione del ricordo.
Lo sviluppo della scacchiera ideografica è in continua evoluzione nella mia metodologia, anche grazie al continuo apporto creativo dell’amico Michele Devilla che posso senz’altro affermare che è il co-autore di questo validissimo supporto.
Istituto comprensivo di Osilo
Mercoledì scorso ho ripreso l’attività di istruttore presso l’Istituo comprensivo di Osilo, dove quest’anno – gradita novità – grazie all’interessamento delle rispettive maestre seguirò una terza, una quarta ed un una quinta classe.
L’interesse è soprattutto metodologico, perchè in tutte le scuole si cercano strategie formative per imbrigliare la dispersività degli alunni e catturare la loro attenzione per canalizzarla verso attività propedeutiche al miglioramento generale delle loro prestazioni. Da questo punto di vista il feedback positivo delle maestre conferma il giusto approccio didattico, evidenzia le dinamiche da sviluppare grazie all’ausilio dello strumento ludico.


