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Gli scacchi tra racconto e immagine: Mariano Abis.

Io e il metodo ideografico

La notizia della mia elezione nel consiglio della Federazione Scacchistica Italiana è stata salutata positivamente dal mondo degli istruttori. L’amico Mariano Abis mi ha persino omaggiato di una bella caricatura che per la prima volta fa riferimento anche al mio Metodo Ideografico, di cui Mariano è un interessato ammiratore. Proprio durante l’assemblea di Milano ho avuto la gradita opportunità di fare una lunga chiacchierata con Carlo Alberto Cavazzoni (diplomato dalla FSI “Maestro ad honorem” per la sua fantastica attività divulgativa), che mi ha donato un bel libro di Giangiuseppe Pili, che presto recensirò.
Il collegamento tra Cavazzoni e Abis non è casuale, perché Mariano da diversi anni porta avanti, insieme all’attività di istruttore presso le scuole e il circolo di Villasor, anche la sua passione di scrittore: ho potuto leggere qualche suo racconto e ho avuto notizia che alcuni sono stati recentemente pubblicati. Ma la sua capacità affabulatoria è unita anche alla sua capacità di illustrare con disegni, incisioni e dipinti,  le sue narrazioni. Insomma ci troviamo ancora una volta nel fantastico regno degli scacchi, dove per una migliore pedagogia si utilizza l’arte e la letteratura per catturare l’attenzione dei bambini, per suscitare forti emozioni, per mostrare le luci e le ombre della nostra società attraverso il linguaggio semplice dei bambini.

Opera di Mariano Abis

“Il Grande Maestro” di Mariano Abis

 

 

 

Abilità “spaziali”!

Qualche anno fa avevo visto su internet una video intervista del GM Maurice Ashley in cui parlava dei benefici degli scacchi e mostrava un esercizio che poteva essere eseguito da chiunque. Da allora utilizzo questo espediente molto spesso, sia come ripasso per il movimento dei pezzi, sia come problem solving, sia come “solitario” quando qualcuno è rimasto senza avversari e aspetta il proprio turno per giocare.

Ne ho già parlato sul blog, dove ho presentato il gioco col nome di “Pollicino”, ma ne riparlo oggi perché domenica ho avuto una stimolante chiacchierata con Aristide Zorzi che mi ha mostrato un esercizio molto interessante che fa eseguire ai suoi allievi “alla cieca” (cioé senza che possano guardare la scacchiera): devono cioé trascrivere i percorsi che fanno i pezzi degli scacchi (casella per casella con le coordinate alfanumeriche) e in un altro caso scrivere anche il relativo colore delle caselle.
Lunedì mi trovavo in un oratorio e dopo qualche partita alcuni nuovi allievi di seconda elementare mi chiedevano proprio di preparargli degli schemi da risolvere col semplice movimento dei pezzi: a titolo esemplificativo pubblico due foto (per ingrandirle basta cliccarci), potete provare a risolverli e poi confrontare le vostre soluzioni con quelle che pubblico nei commenti.

 

Lo stallo dell’esagerato.

“Il gran ballo” di Erika Pili

Qualche giorno fa durante una delle mie lezioni ho assistito ad un classico “stallo dell’esagerato”: il tipico caso in cui chi è in vantaggio vuole “sadicamente” ridicolizzare l’avversario promuovendo tutti i pedoni rimastigli; è molto frequente che l’ultima promozione metta in stallo il Re difensore con risate generali e rivalsa del giocatore in svantaggio.

Per questa situazione avevo già coniato anni fa un proverbio: “Tante Regine presenti al gran ballo e il Re contento rimane stallo!”, per il quale la mia amica Erika Pili aveva anche realizzato una stupenda litografia che potete ammirare in questo post. Così, volendo trasformare in filastrocca questa “lezione” ho deciso di farne un’ottava, che pubblico di seguito:

Lo stallo dell’esagerato.

Tutti esultanti sono i pedoni
verso la fine del combattimento
quando il Re è in tristi condizioni
e assiste solingo e sgomento
a continue e sprezzanti promozioni
sino a non aver più movimento.
Ma con tante Regine presenti al ballo
il Re infine è contento: perché è stallo!