Istituto comprensivo di Osilo
Mercoledì scorso ho ripreso l’attività di istruttore presso l’Istituo comprensivo di Osilo, dove quest’anno – gradita novità – grazie all’interessamento delle rispettive maestre seguirò una terza, una quarta ed un una quinta classe.
L’interesse è soprattutto metodologico, perchè in tutte le scuole si cercano strategie formative per imbrigliare la dispersività degli alunni e catturare la loro attenzione per canalizzarla verso attività propedeutiche al miglioramento generale delle loro prestazioni. Da questo punto di vista il feedback positivo delle maestre conferma il giusto approccio didattico, evidenzia le dinamiche da sviluppare grazie all’ausilio dello strumento ludico.
Scacchi e poesia
Venerdì scorso ho fatto lezione alla classe terza della scuola primaria del 13° Circolo di via Forlanini. Si sono aggiunti, rispetto allo scorso anno, tre nuovi alunni, ma fortunatamente siamo ancora lontani dagli standard delle “classi-pollaio”. A beneficio dei nuovi alunni ho fatto fare un rapido ripasso delle regole fondamentali, ma per non fare annoiare tutti gli altri ho usato l’accorgimento di far spiegare direttamente ai “vecchi” alunni.
Questo è molto interessante almeno per due motivi: risulta subito evidente chi non ha ancora chiaro qualcosa e chi invece non dimentica alcun particolare; inoltre si può osservare con quali parole ed esempi i bambini comunicano l’informazione: cosa che non è affatto scontata. Naturalmente io mediavo l’informazione completandola, e verificandola sulla scacchiera ideografica con i tre nuovi allievi, per apprezzarne la comprensione. Così dopo circa mezz’ora hanno potuto giocare tutti insieme.
Daccordo con le maestre vogliamo puntare quest’anno sulla poesia come mezzo complementare per arricchire la loro esperienza degli scacchi a scuola. così già dalla prossima lezione (che sarà oggi!) utilizzeremo i proverbi per introdurre alcuni concetti di base di ritmo e metrica.
Partirò dai giochi di logica fatti negli scorsi anni per far risaltare l’effetto musicale delle assonanze e delle rime; poi sposteremo l’attenzione sulle sillabe, sull’esatta quantità per dare il ritmo giusto ai versi e solo parallelamente alla costruzione semantica del proverbio. Naturalmente tutto sarà fatto come un gioco non troppo complicato o artificioso, dopotutto si tratta pur sempre di bambini di 8 anni!
Nella lezione scorsa i proverbi sono stati introdotti solo parzialmente, col bambino “dispari” durante le partite, e alla fine con la distribuzione delle carte che contenevano appunto dei proverbi. Oggi invece saranno il tema centrale della lezione: si partirà dalla spiegazione in rima di alcuni concetti generali e poi li guiderò all’invenzione dei loro primi proverbi!
Gli scacchi sono uno sport?
Secondo l’etimologia la parola sport deriverebbe dal Latino “deportare”, che significa uscire fuori porta, della propria casa o città. Il termine attuale però proviene dall’Inglese che a sua volta è mutuato dal Francese “desport” che significa svago, intrattenimento, ricreazione, un po’ come il nostro “diporto”.
Questa premessa serve solo per fornire alcuni spunti alla “vecchia” discussione se gli scacchi debbano o meno essere considerati uno sport. Non è sufficiente infatti che essi siano da molto tempo riconosciuti come sport a tutti gli effetti dalle federazioni ed enti sportivi nazionali (in Italia dal CONI) e dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale). Infatti questo non può essere un criterio oggettivo, dal momento che tantissimi sport non sono riconosciuti da questi organismi. Nel contempo gli scacchi sono giudicati dalla gente come un semplice gioco da tavolo, come le carte, il risiko, lo scarabeo ecc.