Formigoni, il Grande Maestro di scacchi: ussignur…

Dopo la bella intervista a Carlo De Benedetti sul Tg1 i politici italiani devono essersi sentiti tutti toccati dalla critica della mancanza di visione e di lungimiranza. Così il più chiacchierato governatore di regione d’Italia, il lombardo Roberto Formigoni, ieri se n’è uscito con l’iperbolica dichiarazione che lui è come un Grande Maestro di scacchi, in grado di prevedere sino ad otto mosse degli avversari.

E’ fin troppo facile smontare l’affermazione di Formigoni riferendosi a tutti gli scacchi subiti in questi ultimi tempi dalla Magistratura che gli ha inquisito ben 14 tra consiglieri e assessori: ultimo in ordine di tempo Domenico Zambetti, in odore di Mafia. La protervia con cui Formigoni rimane attaccato alla poltrona, dopo aver chiesto uno strappo alla legge per ottenere un terzo mandato ed aver forse fatto carte false per la raccolta delle firme, più che un GM ricorda un principiante che non abbandona sino all’inevitabile scacco matto.

Il governatore Formigoni, mentre scambia la campanella per un Alfiere!

E non posso esimermi dal fare una battuta: un tempo i matti si identificavano tutti in Napoleone (di cui è nota la passione per gli scacchi), ora siamo all’apice della follia: ci si sente addirittura insuperabili a scacchi!

I principi generali.

Negli scacchi ci sono tre categorie di giocatori: quelli che non conoscono i principi generali, e sono i deboli; quelli che conoscono i principi generali, e sono meno deboli; e quelli che conoscono la debolezza dei principi generali: e questi sono i forti.

Cecil John Seddon Purdy

Al tempo giusto i giocatori geniali
sanno lasciare i principi generali.

(R. Teichmann)

 

Mettersi in gioco.

Le metafore scacchistiche occupano tutti i giorni le prime pagine dei giornali ma ieri sera al Tg1 delle 20 (dal minuto 20:10) è andata in onda una vera e propria allegoria da parte del grande imprenditore Carlo De Benedetti noto per la sua avversità a tutto campo versus Silvio Berlusconi: sull’economia, sull’informazione, sulla politica e persino in ambito giudiziario (con una vittoria storica dopo decenni di processi).

L’occasione era la presentazione di un suo libro “Mettersi in gioco” edito da Einaudi, e all’intervistatore Dino Sorgonà l’ingengere ha spiegato il significato del titolo con una premessa tutta scacchistica: “Ci sono le Torri fondamentali da muovere sulla scacchiera (i giovani e gli imprenditori), poi un buon Alfiere (la corretta informazione) e poi il pezzo più importante dopo il Re (che – sottinteso – è lo stesso Stato, N.d.A.) e cioé la Regina (che è la politica)”.

Dino Sorgonà domanda: “La politica è quindi la Regina smarrita: lei pensa che sia per mancanza di leadership o di visione?” e De Benedetti risponde: “Ma sa, le due cose vanno molto in parallelo: i grandi leader hanno una visione, difficile pensare che i piccoli leader possano avere una visione, per cui è un po’ la stessa cosa.”  E poi prosegue parlando appunto della visione e pur non dicendolo direttamente fa un distinguo tra la visione tattica (spread, imposte, sacrifici) e quella strategica (l’orizzonte di questo paese) che ricorda molto l’aforisma di De Gasperi: “ Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione. „

L’intervista si conclude con questa domanda: “Lei ritiene che l’informazione sia fondamentale per la ricostruzione. Ma l’informazione è in profonda crisi e in ristrutturazione; come vede lei l’informazione in futuro?” La risposta è un po’ sibillina: “Mah, l’informazione innanzi tutto si declina su vari media, tra cui internet: durante la giornata per esempio io non vado a cercare la notizia, ma il commento della notizia”.

Questa risposta, che ho l’impressione sia stata anche tagliata per esigenza di spazio, proviene naturalmente da un grande protagonista dell’informazione e il suo riferimento alla rete è un chiaro indizio alla informazione del futuro. Se mi è permessa un po’ di “dietrologia” noi scacchisti sappiamo che gli Alfieri sulla scacchiera sono due e non uno come ha citato l’ingegnere: che il secondo Alfiere dell’informazione sia proprio il web?!