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Gli scacchi: gioco violento…

Pare che il primo a definire gli scacchi un sport violento sia stato nientemeno che l’artista Marcel Duchamp, poi il campione del mondo Garry Kasparov ha rincarato la dose affermando che sia “Lo sport più violento che esista”. In effetti anche per chi ha un animo pacifista non è possibile nascondere che il gioco degli scacchi è prima di tutto uno scontro, o per dirla con Lasker una lotta, dove (parole di Bobby Fischer) si tratta di schiacciare l’ego avversario. E concludiamo le citazioni con un’altra cruenta immagine di Niegel Short, che per vincere a scacchi è necessaria una volontà “omicida” (il virgolettato è mio).

In effetti già la posizione di partenza è lo schieramento di due eserciti che si fronteggiano, e nulla è più violento e assurdo di una guerra: catture, sacrifici, eliminazione fisica delle unità opposte… Ma allora, si dirà, è quanto di più diseducativo da insegnare ai bambini. Oppure, questa è la proposta, si deve cercare di rendere metaforica questa battaglia, facendola apparire come un confronto di idee: vince chi fa meno errori di ragionamento! Le parti in gioco sono delle tesi dialettiche da sostenere, si tratta di con-vincere il proprio interlocutore.

Questo spiegherebbe anche il perchè i due giocatori si attardano dopo lunghissime partite in altrettanto estenuanti analisi per ricercare le falle delle proprie argomentazioni, o addirittura delle proprie convinzioni.

Turisport, a Cagliari tre giorni di sport e tempo libero.

Sabato prossimo sono stato invitato dal Circolo Cagliari Scacchi alla 32^ edizione di Turisport. che si svolgerà dal 7 al 10 ottobre. La mia relazione sarà incentrata sul  mio “Metodo ideografico” e tratterà sommariamente questi argomenti:

1) Gli scacchi resi facili ai bambini

2) Le diverse intelligenze e come coinvolgerle

3) Gioco, sport, arte e scienza

4) Scacchi e Poesia

5) Panoramica sui benefici degli scacchi scolastici.

Come dar fastidio al tuo avversario.

Ho tradotto dal web un esilarante articolo ironico dal sito di Bill Wall, dal titolo originale “HOW TO ANNOY YOUR OPPONENT “. Ve lo propongo col chiaro intento provocatore che voi vi riconosciate in qualcuno di questi tic… anti-sportivi!

Penso sia stato il mio ex coach Billy Lombardy a dire che “A scacchi la vittoria non è sopra ogni cosa, ma è la sola cosa!”. Come saprete ogni scacchista non sopporta di perdere una partita. Pertanto torna utile conoscere la maniera di vincere facilmente senza dover padroneggiare l’arte del giocar bene. L’arte del disturbare l’avversario diventa un must per quelli che non hanno nè il tempo nè la voglia di giocare come un maestro. E questo vale per la maggior parte di noi.

 La forma più facile e più diffusa per dare fastidio al proprio avversario è parlare. Ci sono diversi metodi che possono essere adottati per disturbare il vostro avversario, con lo scopo di distrarlo e non fargli giocare buone mosse. Un modo è di parlare direttamente col vostro avversario, sottolineando le sue cattive mosse e dicendogli che la sua posizione è senza speranza. Quando si convincerà di chiamare l’arbitro la sua posizione sarà davvero senza speranze. E naturalmente negherete di aver mai parlato con lui. Direte che era proprio lui a parlare durante tutta la partita.

Se il vostro avversario sta per fare una buona mossa, nonostante il vostro parlare, allora esclamate “Pezzo toccato!” prima che lo faccia effettivamente. Certamente negherà istintivamente di aver toccato alcun pezzo. Ne risulterà comunque che o dimenticherà le sue originali intenzioni, oppure potrebbe dubitare che la mossa che stava per fare fosse sbagliata, e ne farà al suo posto una più debole.

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